RICERCA MEDICA E BIOTECNOLOGIE
Prof. Dott. Leonardo Santi *
Ringrazio gli organizzatori di questo incontro perché
ricercatori e medici, sono, ovviamente molto interessati al problema di
Internet che consente di esporre in modo molto più completo argomenti
scientifici che, spesso, vengono divulgati soltanto sommariamente.
In questi ultimi anni è molto cambiato il rapporto
del medico con il paziente e del paziente con la medicina.
All’inizio era il medico, il singolo medico che decideva
le terapie da mettere in atto.
Poi è intervenuta, con il progresso della ricerca
scientifica, l’equipe plurispecialistica che determinava i protocolli.
Successivamente,anche grazie ad una maggiore responsabilizzazione,
è stato introdotto il principio del “consenso informato”
e, successivamente, dei comitati etici, prima ospedalieri, poi regionali,
poi nazionali, ed infine supernazionali.
Questa evoluzione, nel senso di una maggiore responsabilità
dei medici, dimostra anche un ampliamento delle responsabilità decisionali,
proprio perché ogni nuova ricerca in campo biologico e biomedico
coinvolge sempre più la società, e quindi le decisioni sono
assunte anche da chi rappresenta la società nel suo insieme.
Ne consegue la necessità che anche l’opinione
pubblica sia informata e coinvolta nelle decisioni da prendere. Occorre
maggiore informazione.
Ma quali sono i metodi per garantire un’informazione
obiettiva, non pilotata, non interessata?
La metodologia della informazione è d’importanza
cruciale.
Proprio per questo l’Unione Europea ha sentito la necessità,
di fronte all’evolvere così tumultuoso delle ricerche biologiche
di questi ultimi tempi, di costituire un organismo ad hoc, un gruppo
di studio che si occupi di formulare un parere in merito.
In questa previsione una delle prime iniziative già
decise è quella di un Convegno con un numero per ora limitato di
rappresentanti di movimenti di opinione, di politici, di ricercatori, su
un argomento che, già nel titolo: “La genetica e il futuro dell’Europa”,
richiama l’importanza che viene data ad un particolare settore della ricerca
medica.
Un altro momento che sottolinea l’importanza dell’informazione
è quello che, come Italia, ci siamo riservati di organizzarlo nel
nostro Paese.
Sarà un incontro tra esperti di comunicazione
e giornalisti sulle metodologie con cui informare l’opinione pubblica.
Uno studio, un workshop, quindi, proprio sui metodi e mezzi da utilizzare
e, certamente, Internet assumerà un’importanza essenziale tanto
più nei confronti di una ricerca avanzata come quella medica e in
campo biotecnologico con tematiche che hanno bisogno di approfondimento
e discussione.
Una stima recente del mercato mondiale di medicinali
riconosce una spesa annuale di 240 mila miliardi di lire di cui circa
32.000 sarebbero da attribuire a farmaci derivati da proteine
ricombinanti con una crescita del 12-14% l’anno e con una estesa applicazione
a molte patologie, dal cancro al diabete, alle malattie cardio-vascolari,
o per interventi di prevenzione non solo per l’uomo ma anche per l’ambiente
sempre più inquinato da sostanze tossiche spesso non individuabili
con i comuni sistemi analitici tradizionali.
Le più recenti acquisizioni scientifiche biologiche
offrono inoltre nuove prospettive di interventi mirati alla cura delle
malattie, dalla personalizzazione delle terapie che possono beneficiare
della conoscenza della capacità di ogni persona di poter utilizzare
al meglio un determinato farmaco, capacità che varia da un soggetto
a un altro, alla tecnologia dei biosensori per valutare la sicurezza dei
cibi, o alla possibilità di poter realizzare piante transgeniche
per produrre medicinali o per ottenere migliori proprietà nutritive.
Lo sviluppo delle ricerche biotecnologiche per uso medico
è quindi tumultuoso e i risultati di queste ricerche devono anche
poter essere valutati in modo rigoroso e con accertamenti approfonditi.
E’ quindi costante la necessità di stabilire norme
regolatorie che da un lato non rallentino la messa a punto di mezzi diagnostici
o curativi per tutelare la salute umana ma che dall’altro possano fornire
garanzie certe per il loro uso.
E’ per questo che l’Unione Europea ha costituito un comitato
di esperti per le ricerche della vita (Bioscience High Level Group)
per fornire tempestivamente pareri sulla ricerche biologiche e sul loro
impatto sulla società. Ugualmente sono in discussione alcuni aggiornamenti
alla Direttiva europea sugli organismi geneticamente modificati indicando
l’esigenza di potenziare il ruolo dei Comitati Scientifici nazionali e
realizzando, nello stesso tempo, iniziative per aumentare le conoscenze
della popolazione su queste ricerche e sulle loro possibilità applicative.
Voglio terminare accennando ad un argomento di grande
attualità: quello delle cellule embrionali.
Non mi addentrerò sulla questione, la cito soltanto
per dimostrare come Internet abbia giocato un ruolo importante.
Sull’argomento sono stati redatti due documenti, uno
inglese ed uno americano.
Il documento inglese è stato preparato da un gruppo
di esperti e poi sottoposto all’autorità politica.
Negli Stati Uniti gli esperti hanno fatto una bozza di
documento e questo è stato posto in Internet. Hanno ricevuto 50
mila risposte da associazioni di malati, da giuristi, da esperti in comunicazione,
da singole persone e hanno corretto il documento iniziale. In realtà
la modifica è stata solo parziale.
Comunque, prima di questa decisione, le cellule embrionali
erano già utilizzate da due anni dai privati e senza nessuna restrizione.
Non voglio spingermi oltre perché le biotecnologie
rappresentano talmente un vasto problema sotto ogni profilo: anche in campo
medico, che è quello che assorbe oggi la maggiore quantità
di ricerca.
Se ne potrà parlare in altre sedi, ma è
importante focalizzare l’importanza di Internet per approfondire, tra gli
altri, anche questi aspetti legati alla possibilità della
sua utilizzazione per consultazioni di massa oltre che per la rapidità
di comunicazione.
* Presidente Comitato Nazionale per la Biosicurezza
e le Biotecnologie
della Presidenza del Consiglio dei Ministri
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