SERVIZI INNOVATIVI IN SANITA’:
L’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE
DI TELECOMUNICAZIONE VIA SATELLITE
Ing. Andrea Mason *
Ringrazio dell’invito a partecipare a questo Convegno
in cui rappresento, oggi, un nuovo tipo di operatore per un nuovo tipo
di iniziative industriali nel campo della sanità: quelle che chiamiamo
“servizi innovativi nel campo della sanità”.
Pertanto, cercherò di portare un contributo dal
punto di vista pratico e operativo, su cosa stiamo facendo, perché,
e dove si vuole arrivare.
Anzitutto una considerazione generale.
Nella nostra esperienza, che data dal ’96, ci siamo per
prima cosa posti il problema di quale sia l’impatto dell’information
technology in generale in sanità. Parlerò soprattutto
di questo, e non tanto di Internet che, in questo scenario è semplicemente
un aspetto, ma di come l’information technology sta cambiando ed
è il fattore trainante di varie economie, in primis l’economia
americana.
Questo fattore sta letteralmente cambiando molti rapporti
tra i modelli di business convenzionali, tradizionali, e tra gli attori
di questi modelli.
Certamente verranno seguiti i vari esempi più
eclatanti di un’industria come l’IBM, che si è totalmente ridisegnata
rispetto a questo impatto dell’Information Technology, oppure delle
nuove industrie, come Cisco, e così via.Ci sono iniziative già
molto mature in questo campo che verranno certamente recepite da tutto
il mondo sanitario.
Il messaggio è questo: quella che viene chiamata
la rivoluzione della net economy non risparmierà il settore
sanitario, a tutti i livelli.
Abbiamo l’esempio dell’America dove, per una serie di
condizioni, la maturità di alcune iniziative è evidente come
è anche evidente la fine di alcune iniziative.
Stamattina molto si è discusso del ruolo dell’informazione
sanitaria su Internet; certamente le preoccupazioni, condivisibili, di
garantire la qualità dell’informazione e della fonte, si devono
anche scontrare con chi gestisce nel back office di questo
tipo di lavoro.
Prendiamo un esempio che certamente avrete seguito: il
fenomeno del portale del dr. Koop (www.drkoop.com).
Nello scorso mese, se non ci fosse stata quella infusione
di diversi milioni di dollari, questo portale avrebbe dovuto per forza
chiudere, nel senso che tutte le iniziative che oggi si basano semplicemente
sull’erogazione dell’informazione a tutti, prima o poi finiscono perché
i costi di gestione, che la qualità sia buona o cattiva, impongono
delle scelte radicali.
Anche questo bisogna tenere presente: cosa sta succedendo
e dove si sta andando.
In tutto questo,oggi, la sfida più grossa per
un’istituzione sanitaria, o per un’iniziativa nel campo della sanità
è che cosa farne dell’information technology, qual è
l’uso che ne vogliamo farne: se vogliamo considerarla ancora come un elemento
di supporto al meccanismo della produzione, oppure se vogliamo considerarla
come un "asset" strategico per sviluppare nuovi modelli di business
e quindi prendere tutti i vantaggi che questo nuovo scenario sta offrendo.
Noi, con l’iniziativa del Consorzio TelBios ci siamo
posti nella seconda ipotesi, perchè certamente per chi vuole fare
qualcosa di innovativo, che risponda alle esigenze, ai trend di
controllo dei costi e delle risorse in sanità, l’utilizzo dell’information
technology va fatto in maniera strategica.
Oggi in Italia non ci sono molti esempi di queste iniziative.
Durante questo ultimo anno l’interesse dell’industria
biomedicale o dell’informatica medica è molto forte e si prevedono
iniziative a breve, che realizzino in maniera continua e di routine dei
servizi on line in ambito sanitario.
Parliamo adesso della telemedicina.
E’ questo un particolare servizio on line che
nella nostra esperienza si rivolge principalmente a operatori del settore,
quindi tra medici e medici.
Nel linguaggio della net economy questo si traduce
in applicazioni business to business, per cui ci preoccupiamo di
mettere in piedi dei sistemi di comunicazione via satellite e via terrestre,
con tutto quello che oggi offre la tecnologia, che permettano agli operatori
di lavorare meglio.
La conseguenza è: più servizi e ottimizzazione
dei costi e delle risorse.
Questo è ciò che tutte le strutture sanitarie
chiedono, specialmente le più grosse e complesse.
Ognuno di noi può dare una propria definizione
a questa operatività che noi chiamiamo “ombrello” perché
racchiude tante diverse possibilità di utilizzazione.
La telemedicina nel passato è stata utile per
molti medici, che sono poi gli utenti finale del settore, e tutto questo
patrimonio di “esperienze pilota”, soprattutto ottenute tramite
finanziamenti della Commissione Europea e del MURST, si è consolidato
anche grazie all’interesse dell’industria a entrare in questo settore ed
a creare la massa critica perché la telemedicina diventi davvero
una realtà.
Per quanto riguarda l’esperienza del nostro Consorzio
TelBios, noi abbiamo iniziato nel ’96, in collaborazione con la Commissione
Europea e lo Stato Maggiore della Difesa, dando vita ad una rete di telecomunicazioni
via satellite di supporto ai medici impegnati in posti di emergenza.
Siamo intervenuti nelle aree di crisi, in Bosnia, in
Albania e in quelle aree in cui carenza di medici e mancanza di competenze
mediche pongono forti limiti alle possibilità di cura e alla salute
della popolazione.
Abbiamo iniziato collegando tre ospedali, il San Raffaele
di Milano, il Policlinico Militare Celio di Roma e l’ospedale da campo
di Sarajevo.
Questa esperienza pilota nata nel ’96, oggi è
rappresentata da una rete di diciannove ospedali sparsi in Italia, centro
Europa e Mediterraneo.
È una rete di servizi che ha il suo cuore in quello
che chiamiamo Telemedicine Operations Center, ubicato a Roma.
Tale rete di servizi ha la funzione di broker,
quindi mette in condizione il medico richiedente di colloquiare, di scambiare
informazioni all’interno di un sistema chiuso, utilizzando una cartella
clinica condivisa,che lo mette in condizioni di parlare con alcuni grossi
centri di eccellenza italiani.
L’introduzione di questo tipo di piattaforma di comunicazione
è quella che permette una maggiore diffusività dell’informazione,
dei contatti e di accesso alla rete.
Sotto controllo anche le preoccupazioni per la riservatezza
e la sicurezza dati in ambito sanitario che, per inciso, all’interno dell’industria
dei servizi è il più regolamentato.
In conclusione possiamo dire che riusciamo a mettere
insieme due tipi di esigenze fortemente divergenti: da una parte abbiamo
il mondo di Internet, che è totalmente pervasivo, libero da ogni
infrastruttura, e dall’altra parte abbiamo invece un mondo, quello sanitario,
che è fortemente regolamentato per sua natura.
Mettere insieme queste due cose non è semplice,
ma, dal punto di vista tecnico, oggi in sanità si cerca di seguire
l’esempio delle transazioni finanziarie: i criteri di sicurezza sono gli
stessi.
C’è un problema, comunque, al quale si dovrà
dare una risposta in tema di sicurezza in sanità.
Nasce dall’esperienza comune che quando andiamo al ristorante
e vogliamo pagare con la carta di credito, nei 2-3 minuti in cui la consegniamo
al cameriere, egli può prelevare i nostri dati e farne qualcosa
di cui soltanto successivamente scopriamo gli effetti. Occorrerà,
quindi, guardare anche con molta pragmaticità a questo tipo di problemi.
Sappiamo che in ambito finanziario il proliferare di
servizi di trading on line è fatto con i migliori sistemi di sicurezza
esistenti.
Certamente, per un operatore di servizi on line
in sanità come noi vogliamo essere, l’utilizzo di questi stessi
standard è imperativo.
* Consorzio TelBios
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