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INERNET E SALUTE

ACCREDITAMENTO

Avv. Francesco Saverio Vetere *

L’esplosione del fenomeno Internet con il connesso sviluppo dell’editoria elettronica sono coincisi con l’assenza di una regolamentazione normativa che potesse prevedere un così rapido diffondersi dell’informazione multimediale.
Anche in Italia non esiste ancora una legge dello Stato che riconosca l’esistenza dei giornali “in rete”. Tale carenza sortisce l’effetto che, anche nel nostro Paese, vi sia una sorta di deregulation totale con la conseguente necessità di una autoregolamentazione: espediente provvisorio peraltro, ma avvertito in molti altri Paesi occidentali.
E’, a mio parere, in questa direzione che tre anni fa si è mosso positivamente il Tribunale di Roma, quando - per la prima volta -ha sancito la possibilità che un giornale telematico potesse essere iscritto come testata giornalistica nel Registro della Stampa tenuto dallo stesso Tribunale.
Un passo molto importante, quello del Tribunale di Roma, perché pur se assunto per regolamentare la diffusione di notizie in via telematica ed assicurare così maggiore garanzia per gli utenti, rappresentava una innovazione del tutto senza precedenti e, forse anche per questo, non sempre e non da tutti condivisa.
In Italia gran parte della dottrina tradizionale è contraria a questa interpretazione. Sennonché, trattandosi di una interpretazione estensiva che vuole raggiungere uno scopo positivo, è stata successivamente e progressivamente adottata anche da altri tribunali.
Non tutti i Registri Stampa, per il momento, hanno però adottato questa interpretazione. Quelli che invece lo hanno fatto hanno permesso la registrazione presso il Tribunale di testate giornalistiche “on line”, imponendo loro la caratteristica di documento cartaceo. 
L’interpretazione, naturalmente, non essendo uniforme, non garantisce la parità di trattamento tra gli stessi editori di testate on line su tutto il territorio nazionale.
E’ questo un grande problema che si pone tribunale per tribunale perché coloro che non possono essere iscritti ai Registri della Stampa si sentono discriminati. 
L’unico rimedio a questo stato di cose è una legge dello Stato, atto che ancora non è stato compiuto.
Nel marzo scorso è stato presentato dal Governo il disegno di legge di riforma dell’editoria, che all’art. 1 prevede la parificazione del periodico on line al prodotto editoriale cartaceo, sancendo quindi definitivamente l’esistenza del giornale on line
Non sappiamo, al momento, se questa normativa verrà emanata prima della fine della legislatura, anche se l’esigenza di una organizzazione del sistema che ci potrebbe mettere quasi alla pari almeno degli altri Paesi europei, rappresenta ormai una priorità assoluta. 
Molti problemi, infatti, scaturiscono da questo disegno di legge che prevede altre riforme che non tutte le forze politiche, nemmeno tutte quelle di maggioranza, approvano. Mi riferisco in particolare alla fine dei contributi a pioggia per i giornali delle cooperative giornalistiche ed ai giornali di partito.
Si tratta quindi di una Riforma che troverà, senz’altro, molte difficoltà ad essere approvata. E’ per questo che l’USPI ha suggerito di approvare una riforma almeno parziale, cioè una riforma che modernizzi il sistema dell’editoria facendo entrare nel prodotto editoriale anche il prodotto on line, tralasciando altri effetti che potrebbero impedire l’approvazione della legge. 
Se questo succederà avremo finalmente una normativa di livello europeo, anche se non posso tralasciare di sottolineare che far rientrare nel prodotto editoriale il periodico on line porterà con sé altri problemi di natura fiscale connessi alla disciplina degli oneri per i quali ancora non c’è questa parificazione. Cito ad esempio i periodici on line che hanno l’IVA al 20%, mentre quelli cartacei pagano il 4%.
La loro parificazione richiederà altre leggi, altri accomodamenti che, vista la lentezza legislativa del nostro Paese, non avranno una rapida soluzione.
Tuttavia, vista al momento la mancanza di una regolamentazione e, date le caratteristiche peculiari di Internet, l’inadeguatezza della legge statale a regolarne il fenomeno, in questo momento l’unico rimedio a tutela degli utenti è quello di individuare una forma di “autoregolamentazione” che non può essere limitata solo a livello statale. In tal senso si sta lavorando con i nostri colleghi di tutti i Paesi europei con l’obiettivo di trovare una regolamentazione che, per sua natura, potrà essere individuata soltanto per settori rappresentati da associazioni di categoria.
Regolamentazione, quindi, su base volontaria, che tenda a tutelare la qualità e la correttezza dell’informazione fornita agli utenti, soprattutto alle categorie più deboli sotto molteplici punti di vista. 
Va in questa direzione l’accordo di massima con l’ASMI, che il Presidente Bernardini, che io ringrazio, vi presenterà a seguire. Noi riteniamo che in questo momento, vista come al solito – ne dobbiamo prendere atto – l’inadeguatezza delle strutture statali a far fronte alla velocità di sviluppo della società, l’unico rimedio, ora come sempre, è la partecipazione delle categorie rappresentate dalle associazioni. 
Se non si fanno riforme di sistema che tendano a sveltire il procedimento legislativo ed a rendere più veloce l’approvazione delle leggi, e l’adeguamento dell’ordinamento giuridico alle nuove realtà, non ci sarà mai altra alternativa all’autoregolamentazione. Anche e  soprattutto per un fenomeno così veloce come Internet.

* Segretario Generale USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)


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