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I.R.C.C.S. Fondazione S.Lucia  -  Associazione Stampa Medica Italiana
Informazione Medico Scientifica
Si ripetono gli incontri sulle più recenti acquisizioni nel settore delle neuroscienze realizzate dall’Istituto. Un concreto esempio di collaborazione tra Ricercatori e Giornalisti Scientifici. 
‘Protocolli diagnostici e terapeutici’presentati il 14 giugno 

Non è solo di circostanza il ringraziamento dell’Associazione della Stampa Medica Italiana alla Fondazione Santa Lucia e al dott. Giovanni Amadio per questi appuntamenti che si ripetono con regolarità e che fanno parte di un accordo di collaborazione per la corretta informazione sui progressi della Ricerca Scientifica che l’ASMI ha preso con l’I.R.C.C.S. Fondazione  Santa Lucia da ormai quasi due anni.
E’ un precedente che, quale presidente dell’ASMI, è di grande soddisfazione perché rientra in quella che è la tradizione  della Stampa Medica che, lo voglio ricordare, è un gruppo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa costituitasi ormai da più di cinquanta anni e che è nata proprio con lo scopo di favorire lo scambio di conoscenze tra i medici e i ricercatori attraverso l’opera dei giornalisti scientifici e dei medici che collaborano alla divulgazione di quelle che erano le più recenti acquisizioni in campo medico e terapeutico. Una tradizione che, naturalmente, ha subito l’evoluzione del tempo e che oggi è cambiata, si è modificata, ma non è stata superata, adattandosi ai moderni mezzi di comunicazione, particolarmente multimediale, che consentono, con enorme facilità e rapidità, di presentare e diffondere le notizie spesso ancora prima di un loro passaggio al vaglio di una corretta verifica scientifica e giornalistica.
Per questo anche la Stampe Medica ha dovuto modificare la sua immagine, ampliare il target dei suoi interlocutori, la sua struttura e le sue operatività.
Quello con la Fondazione S.Lucia resta però uno di quegli appuntamenti che ci riportano alla tradizione, a quello che rimane il filo conduttore della nostra Associazione che non è soltanto la divulgazione di notizie che riguardano la salute e la sanità con la tempestività richiesta dalla cronaca, ma con il rispetto dei tempi necessari per un approfondimento che favorisca la conoscenza. In primo luogo attraverso il colloquio tra Ricercatori e giornalisti; poi, con la collaborazione tra le due professionalità, tra la Ricerca e la Scienza con la Pubblica Opinione e la popolazione assolvendo al compito di divulgare il progresso e le consolidate conquiste. Molto spesso si dimentica la difficoltà che si incontra nel far comunicare chi fa della ricerca la sua attività primaria con chi fa dell’informazione la sua attività primaria, dimenticando che, tutto sommato, hanno entrambi l’obiettivo finale di garantire quel progresso della conoscenza nel campo della sanità che si rivolge a favore del cittadino, della persona in generale e del malato in particolare, secondo quelle che sono le concezioni della società moderna che ha fatto della persona il centro di tutta l’attività sociale. 
Con l’appuntamento che oggi ripete altre analoghe iniziative, la Fondazione Santa Lucia offre l’occasione per approfondire alcuni temi che riguardano in particolare argomenti scientifici che fanno del Santa Lucia una delle Istituzioni più  note in Italia, potrei dire anche a livello internazionale, per la Ricerca e gli studi nel particolare settore delle neuroscienze. 
I temi che sono stati scelti, i ‘Quaderni’ che sono presentati, testimoniano, sotto forma di suggerimenti per ‘Percorsi diagnostici terapeutici’, il cammino del progresso medico scientifico in questo particolare settore e anche questo tipo di presentazione è testimonianza dell’evoluzione dei tempi e dei moderni sistemi di comunicazione utilizzabili per la corretta e più ampia divulgazione scientifica, non esclusivamente riservata ai cultori della materia.

Dagli appunti che il Dott. Amadio mi ha fatto pervenire nei giorni scorsi ritengo che si potrebbe inizialmente già fare una suddivisione tra argomenti  inerenti il progresso delle conoscenze destinato più miratamene alla divulgazione, alla preparazione, alla formazione generale di tutto il consesso sociale a quelli più specialistici d’interesse per la  comunicazione ai medici e ai cultori della materia su particolari patologie e mirate ricerche.
Nel primo gruppo può essere compreso quanto attiene la broncopneumopatia cronica ostruttiva, problema di portata sociale soprattutto a livello dei Paesi industrializzati con una altissima percentuale di incidenza tra le cause di patologie dell’apparato respiratorio. Ricordo che tale affezione rappresenta circa il 50% delle patologie dell’apparato respiratorio che sono nel mondo la terza causa di morte dopo le malattie cardiocircolatorie e i tumori.
Per l’importanza sociale, nello stesso gruppo, può essere incluso un altro argomento che è quello della prevenzione dell’ictus. Il ‘quaderno’ che tratta gli aspetti nutrizionali per la prevenzione e il trattamento dell’ictus assume infatti una duplice dimensione: quella relativa ai pazienti che sono stati colpiti da ictus e quella che tratta invece le possibilità di prevenzione per quelle categorie che sono maggiormente a rischio di ictus. 
Squisitamente sociale può essere definito il volume che parla di volontariato e dell’assistenza al malato post comatoso. Un tema che completa una trilogia esemplificativa di informazione formativa medico scientifica e sociale con messaggi destinati alla divulgazione di più ampio respiro che potrebbe essere utile non soltanto per gli addetti ai lavori, ma anche per la formazione e l’acculturamento della gente comune, della popolazione in generale nei confronti di particolari situazioni e di specifiche patologie.
Parlando in particolare del volontariato nell’assistenza al malato post comatoso si tratteggia l’importanza del volontariato nella sua più ampia accezione ricordando che chiunque si accinga a svolgere un’opera così meritoria ha necessità di essere formato, di essere preparato ad agire in questo settore con un bagaglio di conoscenza generale che diventa specifico a seconda delle situazioni. 
Vediamo poi rapidamente l’altro gruppo di lavori che sono sicuramente di contenuto maggiormente medico specialistico.
L’Alzheimer: di Alzheimer oggi si parla spesso anche nella cronaca quotidiana. 
Ma nel caso di questo volume troviamo l’esempio di quanto dicevo relativamente agli obiettivi della Stampa medica: favorire lo scambio di informazioni tra ricercatori e medici.
Non a caso questo volume è particolarmente destinato sia agli specialisti neurologi che ai medici di base per quella che può essere intesa come una trasmissione di conoscenze interne alla professione medica. 
Altrettanto specialistico è il tema della stimolazione magnetica transcranica.Un argomento medico di alta specializzazione che ricorda una delle caratteristiche della Fondazione Santa Lucia di essere all’avanguardia nella ricerca in campo neurologico. 
Analogo interesse suscitano, per chi lancia uno sguardo al futuro, al progresso della medicina i due volumi sul ‘Protocollo di trattamento neuropsicologico per i bambini con sindrome cri-du-chat’ e quello che fa parte della collana sulle ‘Metodologie riabilitative in logopedia’.
Il primo riguarda una malattia di origine genetica trattabile esclusivamente con la psicoterapia. Una patologia dovuta all’alterazione di un cromosoma che era scarsamente trattabile fino ad alcuni anni fa e che offriva scarse speranze di sopravvivenza, ma che oggi, grazie alle possibilità di diagnosi precoce e alle metodiche psicoterapeutiche precocemente attivabili, consente ai soggetti che ne sono colpiti di avere una speranza di durata di vita sicuramente più lungo. 
L’ultimo volume di cui riferisco rappresenta il terzo di una collana in preparazione destinata ai logopedisti e mi consente di ricordare come la Fondazione Santa Lucia assolva anche ad un impegno di formazione specialistica in campo sanitario per una serie di operatori impegnati nel settore della riabilitazione. 
Una casuale coincidenza che mi permette di concludere ricordando la necessità, anche nel campo dell’informazione, di prevedere un futuro di specializzazione per quei giornalisti che desiderino essere particolarmente competenti per la comunicazione di notizie e informazioni con contenuto medico scientifico. Un possibile ulteriore impegno anche per l’ASMI, del quale ci stiamo già occupando in considerazione delle nuove disposizioni connesse alla riforma degli studi universitari.
Il convegno organizzato in questa occasione ha intanto permesso di ricordare come sia opportuno coinvolgere, per un comune unico obiettivo, le tre componenti dell’informazione in campo medico-sanitario: la ricerca, la divulgazione, la pubblica opinione. 

Mario Bernardini


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