Informazione medico scientifica
La sicurezza delle fonti, completezza, imparzialità e correttezza
delle notizie è spesso oggetto di considerazione e suggerimenti
di autorevoli esponenti nella società e delle istituzioni.
Ricordiamo, soltanto a titolo di esempio, i più recenti interventi
sul modo di informare, per aspetti di diversa, ma specifica rilevanza,
del Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi e di Sua Santità
il Papa Giovanni Paolo II.
L’informazione scientifica, ed in particolare quella d’interesse medico
sanitario, è anch’essa oggetto di attenzione per l’importanza sociale
e per l’interesse personale da sempre suscitato.
Il più recente richiamo alla necessità di una particolare
attenzione all’informazione sanitaria è stato quello delle possibili
influenze sull’attendibilità di messaggi informativi sui farmaci:
un problema che non è soltanto di correttezza pubblicitaria, ma
anche di serietà, etica e deontologia professionale quando argomenti
e notizie sulla salute vengono trattati da soggetti qualificati, compresi
i giornalisti.
In tema di informazione sanitaria è comunque necessario preliminarmente
distinguere le notizie di cronaca da quelle che, pur facendo parte della
cronaca di attualità, assumono rilevanza per aspetti di comunicazione
informativa e formativa su aspetti legati al comportamento da assumere
per prevenire o trattare situazioni d’interesse sanitario sia per il singolo
che per la società.
Diverso è riferire di un evento di ‘malasanità’, oppure
dell’avvio di una campagna di prevenzione o di vaccinazione, oppure riferire
su nuove scoperte e sul progresso di ricerche per il trattamento di specifiche
patologie.
L’informazione medico scientifica molto spesso non può o non
dovrebbe esaurirsi con la pubblicazione dell’evento degno di essere conosciuto,
ma ha la necessità di approfondimenti, e di essere seguita per l’evoluzione
delle situazioni che gli sono connesse e per le prospettive che ne derivano
sia per motivi organizzativi d’interesse collettivo, sia specifici per
i malati o per situazioni di assistenza.
Tutto questo senza dimenticare gli aspetti economici, prima sociali
e successivamente anche di costi individuali, legati alla ricerca.
L’aspetto commerciale, che rappresenta sempre più il principio
ispiratore di qualsiasi iniziativa in ogni campo di attività della
nostra epoca, è un’incognita che può suscitare e condizionare
sentimenti di prevenzione e sospetto nei confronti di notizie sanitarie,
fortunatamente non sempre legittimi, specialmente se legati ad iniziative
e interventi onerosi per chi vi debba ricorrere.
Per il giornalista, accanto al personale codice etico comportamentale
e al doveroso rispetto di quanto indicato nella ‘Carta dei Doveri’,
potrebbe essere utile nell’esercizio della professione e di garanzia per
i destinatari dell’informazione, una particolare preparazione per trattare
argomenti inerenti il complesso aspetto della salute e della sanità,
con quanto è ad essi connesso, non soltanto sul piano politico e
organizzativo, oltre che erogativo, ma anche e soprattutto per quanto riguarda
la formazione degli operatori, le risorse disponibili per rispondere alle
ordinarie esigenze di intervento della popolazione e soprattutto il silenzioso,
ma particolarmente impegnativo e oneroso aspetto della ricerca e di quanti
ad essa si dedicano, nel tentativo di garantire una più lunga attesa
di vita e salute e maggiori possibilità di guarigione nella sfortunata
evenienza di malattia.
Sono sempre più frequenti le segnalazioni di iniziative di formazione
e aggiornamento attivate per diversi potenziali specifici settori di attività
giornalistica, compreso quello dell’informazione scientifica in campo sanitario.
Sarebbe opportuno, almeno per quanto concerne questo settore, che tali
iniziative fossero garantite dal ‘placet’ espresso dalle rappresentanze
istituzionali.
Il fenomeno nel suo complesso, infatti, è da non sottovalutare
nella prospettiva di una riforma dell’accesso alla professione giornalistica
che trova condivisa la premessa di una necessaria formazione di tipo universitario
che coinvolga però l’Ordine professionale per l’esperienza delle
sue Scuole di giornalismo e per il diritto dovere di essere garante per
gli iscritti e per la collettività degli utenti.
Mario Bernardini
Consigliere Nazionale CNOG
Presidente ASMI – FNSI
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