RAI: Segretariato Sociale
I bambini e la rappresentazione del dolore in TV
Il Segretariato Sociale della RAI, in collaborazione con la Sede
Permanente di Confronto, ha incaricato il CENSIS di realizzare un’indagine
di valutazione, con i dati forniti dal Centro d’Ascolto Radiotelevisivo,
su come la televisione pubblica rappresenta le vicende dolorose in cui
sono coinvolti bambini.
Il Censis ha realizzato un’analisi del contenuto di 3 mesi di programmazione
RAI.
I risultati della ricerca sono stati presentati l’8 luglio a Roma
presso la sede culturale RAI di V.le Mazzini da Piero Zucchelli
(Marketing strategico, offerta e palinsesti RAI), Valeria Ferro
(Centro d’Ascolto Radiotelevisivo), Elisa Manna (Censis). Sono intervenuti,
tra gli altri: Antonio Baldassarre (Presiedente RAI), Maurizio
Gasparri (Ministro delle Comunicazioni), Antonio Guidi (Sottosegr.
Min. Salute), Maria Grazia Sestini (Sottosegr. Wellfare).
Ha coordinato i lavori Carlo Romeo (Sottosegretariato Sociale
e rapporti col Pubblico RAI).
Dall’analisi è emerso, tra l’altro, che:
- lo spazio e l’evidenza data dai telegiornali a questo tipo di notizie
sono di grande rilievo: i servizi dei TG nel 68% dei casi durano da 2 a
10 minuti e molte trasmissioni di approfondimento hanno dedicato a questo
tipo di notizie servizi lunghi ben più di 10 minuti.
Anche le fasce orarie in cui tali notizie vengono trattate sono quelle
di massimo ascolto.
- l’argomento più trattato è la cronaca nera; i servizi
sono tutti centrati sul singolo caso (78%). Nel 60% dei casi gli elementi
forniti dai servizi svolgono una funzione di reale avanzamento di conoscenze,
ma nel 22,7% risultano di pura enfatizzazione emotiva, e nel 17,5% risultano
totalmente superflui;
- il linguaggio è equilibrato nel 7,8%;
- le immagini, invece, assolvono ad una funzione documentale nel 77%
dei casi, rappresentano una spettacolarizzazione della notizia nel 10%
dei casi, indulgono con compiacimento nella descrizione dei dettagli in
quasi il 30%, e risultano superflue e addirittura morbose nel 5,3% dei
casi;
- nel complesso non si può parlare di informazione scorretta
e strumentale, ma alcuni casi, come quello di Cogne, per l’attenzione del
pubblico e le caratteristiche “strutturali” della vicenda, hanno evidentemente
prodotto una sorta di confusione dei piani narrativi e mandato in corto
circuito le migliori intenzioni. Nel 71,8% dei telegiornali del mese di
febbraio Cogne ha costituito la notizia principale; i TG hanno seguito
passo passo la vicenda, ma solo nel 14,3% il servizio rappresentava un
reale avanzamento delle conoscenze.
- la fiction: sono state realizzate 9 fiction (Dieci storie di bambini,
L’uomo che piaceva alle donne, Cuore, Io ti salverò, La casa dell’angelo,
Un posto al sole, Vento di ponente, incantesimo, La squadra).
Sorprendentemente la fiction dimostra una grande attenzione ai temi
sociali (immigrazione, rapporti intergenerazionali, spazi nelle città
per i bambini e così via) dimostrando un buon livello di articolazione
delle tematiche ed una impostazione globale, nei linguaggi e nei contenuti,
adeguata e corretta. |