di Carlo Vetere La qualità dell’informazione sanitaria su Internet Non pochi medici reagiscono negativamente quando un paziente al quale
si era comunicata una ipotesi diagnostica torna con lo stampato ricavato
da visitazioni su Internet e la discussione può diventare imbarazzante
tanto che alcuni sanitari insistono perché il paziente non si disperda
nella navigazione. Vi sono denunce di scarsa qualità dell’informazione,
ma ecco che già alcune riviste come il British Medical Journal offrono
una sorta di linee guida per i pazienti che intendono utilizzare il web.
Anzi la stessa rivista propone di chiamare i pazienti “utilizzatori
finali di informazioni mediche”. Esiste una vera e propria rete collaborativa
fra utenti di internet, e le ultime indagini sono abbastanza ottimiste;
ad esempio il 92% dei visitatori è riuscito a trovare le informazioni
che cercava, secondo il progetto Pew Internet e American Life. Per quanto
riguarda l’utilità delle informazioni l’88% è stato affermativo.
E’ interessante constatare come la “famiglia” quando interviene assume
informazioni anche per patologie di “nuova” diagnosi. Ci si aiuta a vicenda
anche nella selezione dei siti e nella loro valutazione. Anche per l’azione
di questa rete di utenti/utilizzatori finali vi è stato un netto
miglioramento nell’informazione, ma da questa constatazione alla dichiarazione
che l’informazione Internet sia “eccezionale” ancora ce ne vuole. Rimangono
valide le ricerche di Impicciatore e coll. sulle informazioni relative
alle febbri infantili che hanno dimostrato una notevole variabilità.
D’altra parte si ha un flusso incredibile di storie e quesiti personali;
si moltiplicano i gruppi di discussione fra pazienti e, naturalmente, si
allargano le recensioni e le segnalazioni bibliografiche.
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