BIOTECNOLOGIE .. .queste sconosciute
Risultati alquanto sconcertanti sono emersi da una ricerca condotta
e autofinanziata dell’Istituto Poster, impegnato nel campo della ricerca
sociale e soprattutto nell'area della scienza e innovazione tecnologica.
Secondo quanto è riportato dall’Agenzia Kronos salute, un
sondaggio telefonico effettuato tra maggio e giugno 2000 su un campione
di 1022 italiani oltre i 18 anni, ha permesso all’Istituto Poster di affermare
che due italiani su tre ammettono la loro ignoranza in materia di biotecnologie
nonostante la stessa percentuale di persone (64,1%) dichiari di averne
sentito parlare dai mass media negli ultimi tre mesi.
Questi alcuni dei risultati percentuali.
L’84,1% degli intervistati ritiene utili i test genetici per individuare
malattie ereditarie e il 58,7% lo sviluppo di animali geneticamente modificati
per studi di laboratorio. Quasi alla pari è il giudizio favorevole
(49,3%) alla manipolazione di animali per produrre organi da trapiantare.
Sul cibo invece il 61,9% è contrario alla modificazione di geni
di frutta e verdura, ritenendola molto rischiosa.
Un intervistato su tre (31%) crede che ‘gli animali geneticamente
modificati siano sempre più grandi di quelli comuni’, mentre il
42% non sa pronunciarsi e il 29,4% è convinto che ‘mangiando frutta
modificata, i geni di una persona potrebbero a loro volta modificarsi’.
Pensando alle biotecnologie, agli italiani viene in mente ‘un bambino
concepito in provetta’ (23,7%), ‘una pecora clonata’ (18,9%) e ‘un pomodoro
che non va mai a male’ (18,9%), seguiti da ‘organi artificiali per trapianti’
(16%) e ‘un uomo che non invecchia’ (11,4%).
Per quanto riguarda l’informazione quasi 2/3 degli intervistati
ne hanno sentito parlare dai mass media: televisione in testa (52,2%),
seguita da quotidiani e riviste.
Alla domanda di dare un giudizio sulla credibilità delle
diverse fonti, il 35,8% degli intervistati ha ritenuto le organizzazioni
di consumatori ‘quelle che dicono le cose più vere’, mentre il 21,1%
considera più credibili le organizzazioni ambientaliste e il 16,2%
le università.
ogm (organismi geneticamente modificati)
OCCORRONO CONTROLLI
Equivalenza sostanziale e principio di precauzione
Il Ministro della Sanità, Umberto Veronesi, in una lettera aperta
al presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha riassunto i momenti salienti
e i motivi che hanno portato ‘alla scelta della scorsa estate di
sospendere nel nostro Paese la vendita di 4 dei 7 alimenti modificati geneticamente
e già commercializzati nella Unione Europea’
La decisione è stata presa “sull’applicazione, ha detto il Ministro,
del ‘principio di precauzione’, sempre più frequentemente invocato
nel nostro Pese come in tutta Europa”, successivamente al riconoscimento
di ‘ equivalenza sostanziale’ dei 7 ogm (4 tipi di mais e 3 di colza) che
ne permetteva la commercializzazione a livello comunitario e che aveva
permesso di sotenere che dal loro consumo ‘alla luce delle conoscenze scientifiche
attuali, non risultano esistere rischi per la salute umana e animale’.
Monito del Papa
Le biotecnologie non si possono valutare solo ‘sulla base di immediati
interessi economici’. I cibi transgenici, vanno sottoposti ad un ‘rigoroso
controllo scientifico ed etico’ per evitare che ‘si risolvano in disastri
per la salute dell’uomo e l’avvenire della terra’.
In un lungo discorso pronunciato nell’Aula Paolo VI in occasione dell'apertura
del Giubileo della Terra, davanti a migliaia di agricoltori giunti appositamente
da tutto il mondo, il Papa ha toccato i principali problemi etici che investono
questo settore.
Documento del Comitato Nazionale di Bioetica
Bioeticisti divisi sulle ‘cellule staminali’
Non c’è accordo nel Comitato Nazionale per la Bioetica sulle
cellule staminali embrionali.
Gli esperti hanno varato un documento che esprime due differenti posizioni
etiche sull’utilizzo terapeutico di cellule di embrioni.
Via libera, invece, all’unanimità, a quelle prelevate da individui
adulti, dal cordone ombelicale e da feti abortiti.
Le ‘Raccomandazioni del Comitato Nazionale per la Bioetica sull’impiego
terapeutico delle cellule staminali’, presentate il 3 novembre a Roma,
sono state varate all'insegna del ‘pluralismo etico’.
“Il documento del Comitato - precisa il presidente Giovanni Berlinguer
- ha un orientamento concorde su molti problemi.
Siamo d’accordo sulla necessità di sviluppare le ricerche sulla
possibilità di prelevare cellule staminali dai feti abortiti, da
individui adulti e da cordone ombelicale.
Il dissenso, invece, riguarda soltanto la possibilità di utilizzare
le cellule degli embrioni, anche di quelli che non sono destinati all’impianto
in utero”.
All’origine della ‘spaccatura’ c’è la differenza tra laici e
cattolici sulla definizione di embrione.
Tutti gli esperti di bioetica, però, sono convinti della necessità
di sviluppare la cosiddetta ‘medicina della rigenerazione’, che mira alla
riproduzione di organi e tessuti per il trapianto.
Entro “una decina di anni - afferma il genetista Alberto Piazza - grazie
a queste ricerche sarà possibile coltivare la maggior parte di tessuti
ed organi umani in laboratorio”.
Per la ‘produzione’ di ‘cellule riprogrammate’ (in grado cioè
di riprendere una funzione perduta come la produzione di insulina) “i tempi,
dice l'esperto saranno minori”.
“E’ auspicabile - conclude Giovanni Berlinguer - che gli sviluppi scientifici
rendano transitorio, come è possibile, il ricorso a cellule staminali
di origine embrionale, per concentrarsi sulle cellule di altra origine
e, soprattutto, quelle somatiche mature di adulto.
Inoltre, auspichiamo che le linee guida e le conoscenze nel campo della
fecondazione assistita riducano sostanzialmente la creazione di embrioni
non destinati ad essere impiantati”.
Il testo, in attesa
di essere pubblicato dal CNB, è su: www.numedi.it
Life Sciences High Level Group.
Quattro temi per undici esperti europei
Secondo il prof. Leonardo Santi (Centro di Biotecnologie Avanzate di
Genova e Comitato nazionale per la Biosicurezza delle Biotecnologie della
Presidenza del Consiglio dei ministri), sono quattro gli argomenti in tema
di biotecnologie che avranno notevole importanza per le loro conseguenze
nel prossimo millennio: alimenti; salute umana; biodiversità e ambiente.Quattro
argomenti al centro dell’attenzione degli 11 esperti europei che il 6 e
7 novembre si sono incontrati per la prima seduta del Life Sciences High
Level Group.
“Per quanto riguarda gli alimenti - ha precisato Santi - abbiamo affrontato
temi relativi alle nuove frontiere del transgenico: trasferimento di
materiale genetico tra specie vicine e impiego delle piante come bioincubatori
per produrre farmaci e vaccini.
Al secondo punto la salute umana e le nuove prospettive per combattere
il cancro, l’Alzheimer e il Parkinson.
Terzo la biodiversità, ovvero la scomparsa di molte specie a
favore di altre; un’estinzione pericolosa che le biotecnologie non favoriscono
(come alcuni paventano), ma sono in grado di impedire in modo concreto.
Infine, sonde molecolari e testi di identificazione volti ad individuare
sostanze dannose per l’ambiente”.
Per rovesciare il problema biotecnologie in senso positivo e promuovere
la conoscenza della ricerca italiana e la produzione di buoni esempi del
‘transgenico’, il prof. Santi ha preannunciato sia “il workshop previsto
in Italia nel mese di febbraio per individuare (grazie al dialogo tra esperti,
media e movimenti d’opinione) le modalità più adatte alla
divulgazione degli argomenti biotecnologici”, sia “un Piano italiano per
le biotecnologie”, che gli esperti europei stanno elaborando e che sarà
esposto, almeno nelle linee generali, entro la fine dell’anno.
DECALOGO del GENETISTA
Garantire il buon uso delle biotecnologie.
Questo uno dei ‘must’ emersi al convegno ‘Genetics and the future of
Europe’, che ha riunito a Bruxelles politici e massimi esperti del settore
provenienti dal vecchio continente.
“Per farlo - spiega Bruno Dallapiccola (presidente della Società
italiana di genetica umana), dopo aver partecipato all'incontro - occorrono
buoni genetisti”.
Ecco dunque il decalogo del perfetto ricercatore, messo a punto a Bruxelles:
1) Usare economia, scienza e tecnologia sempre come strumenti;
2) Non ignorare l'opinione pubblica;
3) Non ridurre la societa' a un ruolo di mercato;
4) Valorizzare l'informazione;
5) Evitare l'imperialismo industriale;
6) Evitare il paternalismo scientifico;
7) Difendere la trasparenza;
8) Seguire fini etici fin dall'inizio;
9) Non raccontare frottole;
10) Riduci il rischio al minimo e non giocare a fare il dio.
(Adnkronos Salute)
Progetto GEOD
Promuovere l’informazione del grande pubblico nel campo della genetica
umana è l’obiettivo del progetto GEOD (Genetics in Europe Open Days),
iniziativa coordinata dall’European Genetics Foundation di Genova nell’ambito
della Settimana Europea della Scienza e della Tecnologia 2000 che si è
svolta dal 6 al 12 novembre.
DIBATTITO PUBBLICO
I ricercatori non devono esitare a scendere in piazza e a parlare con
la gente per promuovere un dibattito pubblico sulle scienze della vita.
E’ quanto ha affermato lo svizzero, Rolf Zinkernagel, premio Nobel
per la medicina (1996), intervenendo, unico membro extracomunitario, alla
conferenza di Bruxelles del 7 novembre “La genetica e il futuro dell'Europa”,
promossa dalla Commissione europea.
L’incontro è la prima manifestazione del Gruppo ad alto livello
sulle scienze della vita, creato sei mesi fa dalla Commissione europea,
e riunisce scienziati, politici ed associazioni varie
Il Vaticano è contrario all’uso di cellule
staminali embrionali
La Pontificia Accademia per la Vita ha giudicato moralmente inaccettabile
la produzione e l'uso scientifico e terapeutico delle cellule staminali
embrionali umane. La Pontificia Accademia ribadendo ancora una volta l’inviolabilità
del soggetto umano, a partire dal suo concepimento, afferma che “è
moralmente illecito produrre e/o utilizzare embrioni umani viventi per
la preparazione” di cellule staminali.
“Sulla base di una corretta e completa analisi biologica, l’embrione
umano vivente -si legge nel documento- è, a partire dalla fusione
dei gameti, un soggetto umano con una ben definita identità, il
quale incomincia da quel punto il suo proprio coordinato, continuo e graduale
sviluppo, tale che in nessuno stadio ulteriore può essere considerato
come un semplice accumulo di cellule”.
Pertanto ogni intervento che non sia a favore dello stesso embrione
costituisce un atto lesivo. La teologia morale, spiega l'Accademia per
la Vita, ha da sempre insegnato che nel caso dello ‘ius certum tertii’
il sistema del probabilismo non è applicabile.
Ecco perché “l'ablazione della massa cellulare interna della
blastociste, che lede gravemente e irreparabilmente l'embrione umano, troncandone
lo sviluppo, è un atto gravemente immorale e, quindi, gravemente
illecito”.
“Nessun fine ritenuto buono, quale l’utilizzazione delle cellule staminali
che se ne potrebbero ottenere per la preparazione di altre cellule differenziate
in vista di procedimenti terapeutici di grande aspettativa -si legge ancora-
può giustificare interventi. Un fine buono non rende buona un’azione
in se stessa cattiva
In Europa gli italiani sono i più favorevoli
alla ‘clonazione’
Il 55% dei nostri connazionali la vedono di buon occhio, mentre solo
il 34% ritiene utile quella animale.
Il dato è emerso dall’ultima indagine della Commissione Europea.
Per Agnes Allansdottir, ricercatrice in scienza della comunicazione
all’Università di Siena “l’atteggiamento degli italiani rispetto
all’applicazione delle tecniche di biotecnologia è molto diverso
da quello degli altri europei, perché sempre più aperto all’impiego
in campo medico e molto scettico in quello dell’alimentazione” . Rispetto
agli altri europei, i nostri connazionali in quanto ad informazione rientrano
nella media degli altri paesi. Ma sono più cauti nel dare fiducia
alle innovazioni e ai progressi biotecnologici e scientifici
Tra dieci anni (forse) potremo avere farmaci personalizzati
Per Dan M. Roden, medico e farmacologo del Vanderbilt University Medical
Center “bisognerà attendere 5-10 anni per i primi frutti della farmacogenomica”
Avremo dunque farmaci ‘personalizzati’, ma anche test specifici per
conoscere eventuali reazioni ai medicinali, sia positive che negative,
prima di iniziare la cura.
“Per garantire cure sempre più mirate, aggiunge Roden,. stiamo
lavorando anche a test che individuino i pazienti per cui alcuni medicinali
si rivelano tossici, esaminando le loro caratteristiche genetiche”.
Ad allungare i tempi delle ricerche è l’esistenza di moltissime
variazioni genetiche che potrebbero essere responsabili dell’ipersensibilità
alle varie sostanze usate per le stesse patologie.
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