Medici 
del terzo millennio

di Mario Bernardini



Il dubbio sulla validità dell’anno 2000 come ultimo del secondo o primo del terzo millennio nulla toglie, o aggiunge, ai progressi che, in campo sanitario, sono stati fatti durante il trascorrere dei suoi 366 giorni (bisestile!).
E’ sufficiente dare una scorsa ai contenuti di questo numero del giornale (ultimo del 2000) per rendersi conto del bagaglio di nuove conoscenze che sono entrate a far parte del patrimonio professionale dei medici che, dal primo gennaio del 2001, potranno essere inclusi tra i professionisti della salute del terzo millennio.

Quanto sembra lontana la figura dello studente di medicina di appena 40 anni fa che seguiva le lezioni di anatomia in sala incisoria, studiava la legge di Mendel e in semeiotica imparava a distinguere l’uso dello stetoscopio da quello del fonendoscopio e talvolta a preferire l’appoggio dell’orecchio sul torace del malato.
Quando in laboratorio non esistevano ancora test diagnostici,  Feling e Dall’Aira precedevano i primi colorimetri e facevano la loro figura i regoli calcolatori. 
Chi ricorda il catatermometro della medicina del lavoro?

Le odierne biotecnologie coinvolgono nella loro prospettiva il miglioramento della vita dell’uomo con quella animale e vegetale e la protezione dell’ambiente è collegata alla conservazione dell’ecosistema che supera i confini dell’atmosfera che ci circonda.
Pensiamo alle possibilità legate allo sviluppo della genetica con le stesse speranze che hanno accompagnato la scoperta dei vaccini e degli antibiotici, mentre, per la cura delle malattie, le attese della farmacogenomica si accompagnano a quelle della robotica in chirurgia. 

Medici del terzo millennio che potranno disporre di un corredo scientifico oggi appena immaginabile e che, nel prossimo futuro, dovranno sostenere la speranza di sopravvivenza dell’uomo fino ad almeno 120 anni  con la dimostrazione di avere saputo mantenere e aggiornare la propria preparazione con il gruzzolo di ‘crediti formativi’ raccolti anche ‘navigando’ in internet.

Tra i tanti ricordi dei miei sei anni di frequenza del corso di laurea in medicina e chirurgia, quello che più di ogni altro vorrei trasmettere ai colleghi  del terzo millennio, che non può essere il mio, è quello della  lezione magistrale in medicina legale di Cesare Gerin che ricordandoci di esercitare sempre la professione con ‘scienza e coscienza’ aggiungeva la necessità, per noi medici e per i nostri assistiti, di usare in ogni situazione ‘prudenza, perizia, diligenza’

Sommario n.10/2000


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