METTIAMO A FUOCO
di Carlo Vetere
Il Programma dei Conservatori britannici per la riforma
del National health service
In genere gli Inglesi sono soddisfatti del loro Servizio
Sanitario Nazionale.
Molti ne sono orgogliosi anche se secondo una recente classificazione
dell’OMS sulla performance dei servizi sanitari nel mondo, l’Inghilterra
si colloca al 18° posto. (La Francia detiene il 1° in quanto fra
i parametri è compresa la percentuale del GNP dedicata alla spesa
sanitaria che è del 9,8% contro il 6% del Regno Unito.)
Recentemente il Governo Laburista ha stanziato fondi ingenti in conto
capitale e punta al 7,6% del GNP nel 2004.
Il Ministro ombra della Sanità, il dott. Lian Fox, ha presentato
il programma del partito Conservatore che parte appunto dalla premessa
che per raggiungere percentuali europee è necessario incentivare
l’afflusso da parte di capitali privati soprattutto attraverso l’estensione
di assicurazioni malattia private stipulate fra imprenditori ed assicurazioni
e detassate.
Al Servizio sanitario pubblico rimarrebbero le responsabilità
per gli eventi morbosi maggiori, le emergenze, ma sempre con l’obbligo
di non superare un massimale per le liste di attesa.
In tal modo la componente privata avrebbe modo di applicare sistemi
di managed can e di ridurre lo spreco di interessi minori.
Inoltre si propone la depoliticizzazione del servizio e l’autonomia
locale (devolution) lasciando al governo centrale compiti di pianificazione:
il che suona bene alle orecchie dei medici.
Una delle proposte tecnicamente interessanti è quella di creare
un fondo per il trattamento degli eventi eccezionali, diretto da un comitato
multidisciplinare per l’allocazione di fondi secondo gli indirizzi dell’Istituto
Nazionale per l’Eccellenza Clinica sia come incentivazione, sia come copertura
immediata e non a posteriori di eventi quali epidemie, disastri, ecc.
Non mancano previsioni per l’estensione dei programmi di screening
e per il perfezionamento obbligatorio dei giovani medici in medicina di
emergenza ed in assistenza di base.
Quali sono le osservazioni del British Medical Journal che è
l’organo dell’Associazione Medica britannica?
1) Non sembra che gli imprenditori inglesi siano favorevoli al sistema
del pagamento dei premi assicurativi (oggi il servizio è finanziato
dall’IRPEF);
2) la definizione di condizioni morbose molto gravi non sembra facile.
Lo stesso dicasi per l’obbligo di non superare un certo limite per le liste
d’attesa;
3) non vi è menzione della possibilità di estendere il
ruolo infermieristico e sui problemi delle altre professioni;
4) manca anche una prospettiva di sviluppo dell’informatizzazione e
delle tecnologie di comunicazione.
Quali sono i parametri attraversi i quali l’OMS ha compilato la
graduatoria della performance sanitaria dei Paesi del Mondo?
I cinque indicatori sono:
1) il livello generale della salute della popolazione;
2) il grado di diseguaglianza nella salute della popolazione;
3) l’atteggiamento nei confronti del Sistema (non solo indici di soddisfazione
ma anche markers di efficienza dei servizi);
4) in che modo gli appartenenti ai vari livelli economici sono assistiti
dai servizi;
5) distribuzione del costo (pubblico, privato).
Una nuova specializzazione
Il medico addetto all’informazione
Un tempo c’era il bibliotecario (spesso al femminile)
che negli ospedali ed istituti universitari non solo catalogava libri e
riviste ma presentava ai sanitari le ultime novità; il Librarion
si è specializzato nelle ricerche bibliografiche mentre molti medici
si sono familiarizzati con il Medlass.
Poi è venuto Internet ma ha portato un flusso quantitativo di
informazioni fornite spesso acriticamente a medici che non sono stati addestrati
adeguatamente alle tecniche di metanalisi. Risulta sempre più importante
poter accedere in tempo reale alle informazioni specifiche relative a singoli
casi nuovi. Questa nuova figura deve avere esperienza clinica ed essere
impegnato in attività terapeutiche e non essere un topo di biblioteca,
o meglio un operatore seduto davanti al computer tutto il giorno.
Deve partecipare agli audits ed alle riunioni periodiche del personale,
assicurasi i collegamenti giusti specie per la raccolta dei dati per la
impostazione delle ricerche e di comunicazioni scientifiche, ed essere
dotato di capacità critiche.
Ecco una carriera per giovani che hanno effettuato stages all’estero
e conoscono bene l’inglese!
Carlo Vetere
Davidoff F. Florance V.
The informationist: a new health profession?
Int. Med. 132: 946-948, 2000 |