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Genetica e medicina predittiva:
verso un nuovo modello di medicina?
a cura di Carlo Bresciani

Giuffrè Editore 
pag. 309  £ 48.000

Carlo Bresciani ha curato, con la competenza dello studioso e l’attenzione di chi ha a cuore il proprio lavoro, la raccolta di interessanti relazioni attinenti la genetica e la medicina predittiva per la ‘Collana del Centro di Bioetica’ dell’Istituto auxologico italiano.
Gli aspetti ‘conoscitivo’, ‘terapeutico’, bioetico’ e ‘giuridico’ sono trattati da Autori di chiara fama e notorietà per la conoscenza  e la competenza in campo bioetico con la dichiarata intenzione di affrontare in maniera interdisciplinare gli interrogativi etici e morali connessi al progresso della Ricerca genetica e alle sue applicazioni in medicina predittiva.
Chiave di lettura può essere quanto detto dallo stesso Bresciani nella sua introduzione: “riflettere con respiro interdisciplinare, tenendo ben fermo l’irrinunciabile punto di partenza di ogni riflessione etica: quello della indisponibilità della vita umana, ancorché malata o potenzialmente tale. Nessuno può essere discriminato rispetto ad ogni altro essere umano solo perché risultato portatore di qualche mutazione genetica; meno che meno deve ritenersi che, per questo solo fatto, egli perda il diritto alla vita, a sposarsi, a formare una famiglia, ad avere un lavoro.”


Studio di materia medica omeopatica
di Lucia Gasparini

Collana Didattica
Editore:  Salus Infirmorum 
 (Via Piovese 181 – 35127 Padova)
Pag. 916  £ 170.000

E’ un’opera che ha chiesto sette anni di intenso e meticoloso lavoro.
Dopo un’introduzione generale di ‘metodologia clinica’  che illustra in modo succinto come si raccoglie la storia clinica omeopatica del malato e quali sono le basi dell’interrogatorio, l’Autrice espone una ‘classificazione dei sintomi’ e propone uno studio molto approfondito dei ‘sintomi mentali’.
A tutto ciò segue un’esposizione molto dettagliate di 84 rimedi per ognuno dei quali vengono riportati i seguenti dati:  Identificazione della sostanza, Aspetti farmacologici,  Aspetti tossicologici, Aspetti fisiologici, Caratteristiche omeopatiche.


La Società dell’AIDS
La verità su politici, medici, volontari 
e multinazionali durante l’emergenza
di Vittorio Agnoletto

Baldini & Castoldi  - 
pag.592 - £ 38.000
Su richiesta dell’Autore parte delle royalties 
ricavate dalla vendita del libro 
saranno devolute alla LILA ONLUSS 
(Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS)

Dalla prefazione:
 “L’AIDS è la prima epidemia di cui i media sono stati testimoni e protagonisti attraverso radio, televisione e Internet. L’AIDS rappresenta l’altra faccia della globalizzazione economica e finanziaria, ove pensare globalmente ed agire localmente non è una delle opzioni possibili, ma l’unica potenzialmente efficace, con la consapevolezza dell’assenza di confini nella diffusione del virus e contemporaneamente della specificità delle culture, dei costumi, e a maggior ragione degli immaginari di ogni regione del pianeta. E in una pandemia strettamente connessa ad antichi archetipi del genere umano quali la morte, il sangue, il sesso, gli immaginari collettivi costituiscono un elemento di fondamentale importanza.”


Qualcuno nel buio
di Eraldo Baldini 
La ‘Depressione’ protagonista di un giallo 

Giulia, il personaggio principale di “Qualcuno nel buio”  scritto da Eraldo Baldini è una depressa. Oltre alla sua malattia, la protagonista si trova ad affrontare la violenza e l’assassinio e riesce a reagire e, grazie anche alla terapia farmacologica, a guarire alla fine della vicenda. 
“Con questo libro - spiega l'autore - ho voluto allontanarmi dallo stereotipo, letterario e non solo, che il depresso sia una persona negativa, con comportamenti negativi
Ho voluto raccontare una storia vera di depressione, dove non a causa, ma grazie a questa malattia la protagonista riuscirà a risolvere la vicenda e a identificare che è quel ‘qualcuno nel buio’
E’ importante - afferma Paolo Girardi, docente di neuropsicofarmacologia all'università La Sapienza di Roma - che una persona depressa smetta di essere stigmatizzata e possa, invece, riconoscersi come un malato che ha diritto a cure a rispetto, ma ha anche doveri verso se stesso, la famiglia e la società”.

Sommario n. 8/2000


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