L’ozonoterapia nel 2000 di Velio Bocci (*)
Una terapia misconosciuta A confronto con l’omeopatia e l’agopuntura, pratiche mediche in uso da circa 200 e 2000 anni rispettivamente, l’ozonoterapia è nata e cresciuta in Germania negli ultimi 40 anni ma ha cominciato a diffondersi in Italia solo nell’ultima decade tanto da rimanere pressoché sconosciuta non solo ai pazienti ma anche a molti medici. Trovo abbastanza sconsolante che dell’ozonoterapia non se ne parli o se ne parli male. Perché? Le ragioni sono diverse: oltre alla informazione pressoché giornaliera della tossicità dell’ozono a livello di strada, almeno una volta all’anno i giornali pubblicizzano la morte di una donna durante il trattamento di ozonoterapia per una banale lipodistrofia. Purtroppo in Italia si è posta particolare enfasi per l’uso dell’ozono nella “cellulite” e anche se questa modalità può essere remunerativa, ha fortemente pregiudicato lo sviluppo di questa pratica medica in patologie importanti quali malattie vascolari e infezioni croniche ove potrebbe ampliare i benefici della medicina convenzionale. La mancanza di una cultura scientifica e di un indirizzo serio di ricerca ha ulteriormente contribuito a creare scetticismo nella classe medica più elevata inibendo qualsiasi approfondimento. È pure controproducente abbandonarsi a facili trionfalismi come è stato fatto negli ultimi anni per l’applicazione dell’ozono nel cosiddetto “mal di schiena” senza aver eseguito i dovuti controlli. International Medical Ozone Society (IMOS) Dal Settembre 1999 in Italia si è costituita una nuova associazione: la International Medical Ozone Society (IMOS) con gli scopi esclusivi di promuovere la ricerca biomedica e di aprire un dialogo con il Ministero della Sanità, peraltro rimasto finora indifferente, al fine di poter regolamentare la pratica della ozonoterapia. In realtà, per quanto riguarda il primo aspetto, negli ultimi anni abbiamo cercato di comprendere come funziona l’ozono e come possa indurre degli effetti terapeutici. Oggi abbiamo alcune solide basi che ci permettono di formulare delle ipotesi razionali: abbiamo chiarito che l’ozono solubilizzato nel plasma o in altri liquidi biologici genera una cascata di “specie reattive dell’ossigeno”, tra le quali il perossido di idrogeno (cioè la comune acqua ossigenata) è uno dei più importanti messaggeri. Abbiamo dimostrato che è responsabile dell’attivazione metabolica degli eritrociti, dei leucociti, delle piastrine e dell’endotelio che non può essere più considerato il solito contenitore ma un vero e proprio organo endocrino capace di interagire con il sangue ozonizzato. Il risultato molto eccitante è che quantità modicamente soprafisiologiche di perossido di idrogeno (H2O2) e monossido di azoto (NO) generati dall’uso giudizioso e calcolato dell’ozono fungono transitoriamente da mediatori cruciali di molte risposte biologiche e possono favorire una azione terapeutica senza alcun effetto tossico. Abbiamo anche iniziato ad apprezzare l’importanza di alcuni composti derivati dalla perossidazione lipidica che, se prodotti a concentrazioni micromolari, possono raggiungere e stimolare utilmente qualsiasi cellula dell’organismo. Anche in tal caso lo spauracchio della loro potenziale tossicità si è dileguato di fronte alla reale possibilità di induzione del fenomeno di adattamento allo stress ossidativo cronico favorendo l’aumentata espressione di molte proteine di “salvataggio” quali gli enzimi antiossidanti e l’emoossigenasi. In parole più semplici si è dimostrato di poter indurre la tolleranza all’ozono che, in termini pratici, potrebbe correggere la disfunzione del sistema redox e quindi rallentare o bloccare la inesorabile progressione di un processo degenerativo. OZONO: un vero farmaco A noi sembra un risultato straordinario quanto inaspettato
che l’ozono, un gas molto reattivo e di per sé tossico, se misurato
ed usato con criterio, possa diventare un vero e proprio farmaco. I nostri
risultati dovrebbero indurre molti biologi e clinici a riflettere che,
se è vero che i radicali liberi sono la fonte di tutti i mali, è
anche vero che questi, in dosi minime e controllate, possono espletare
delle attività fisiologiche insostituibili. Voglio sperare che questa
piccola rivoluzione di pensiero, condivisa da molti biologi moderni, possa
maturare nella mente di molti medici ed eliminare il preconcetto che l’ozono
è sempre tossico.
Precise indicazioni terapeutiche La dispregiativa conclusione che l’ozonoterapia rappresenta
una panacea può essere oggi facilmente controbattuta dalla conoscenza
della varietà dei meccanismi di azione: l’ozono è capace
di indurre effetti biochimici, immunologici e umorali diversificati in
cellule con diverse attività funzionali in grado di spiegare il
suo pleiotropismo. Pertanto molte sono le patologie suscettibili al trattamento:
le malattie infettive, particolarmente croniche, sia batteriche che virali
e fungine sembrano di elezione non solo perché l’ozono ha una indiscussa
azione disinfettante ma perché tramite l’induzione della sintesi
delle citochine riattiva il sistema immunitario più o meno soppresso
a causa dell’età, della chemioterapia o delle stesse infezioni virali.
Tutte le vasculopatie (degli arti inferiori, cardiache e cerebrali) dimostrano
spesso un miglioramento ancor più eccezionale perché assai
superiore alla terapia ortodossa e ciò in virtù di una simultanea
influenza su numerose funzioni organiche: riequilibra il tono vascolare
(tramite CO ed NO), migliora il metabolismo eritrocitario e incrementa
la cessione di O2 ai tessuti ischemici, favorisce il rilascio di fattori
di crescita e forse la neoangiogenesi attraverso una attivazione piastrinica
ed endoteliale. Non perdo l’occasione per deplorare l’atteggiamento di
molti angiologi che, di fronte ad un paziente arteriopatico avanzato (3°
e 4° stadio), preferiscono eseguire l’amputazione di un arto piuttosto
di avvalersi dell’ozonoterapia che può salvare l’arto ischemico
e migliorare nettamente la qualità di vita di questi pazienti già
molto sofferenti. Inoltre, dal 1995, presso il Dipartimento di Scienze
Oftalmologiche e Neurochirurgiche della nostra Università, la Dott.ssa
Angelica Diadori ha trattato centinaia di pazienti (oltre 6000 autotrasfusioni)
affetti da maculopatia retinica con risultati brillanti nella forma atrofica.
Anche in questa malattia, tipica dell’anziano e molto invalidante, la terapia
ortodossa (laser ecc.) è pressoché impotente o poco risolutiva
e pertanto il ricorrere ad una terapia complementare appare più
che legittimo e doveroso. Oltretutto, poiché l’ozonoterapia ha costi
minimi, si dovrebbe allargare la sperimentazione anche ad alcune patologie
neurodegenerative dell’anziano, ove si è già osservato un
netto miglioramento dello stato cognitivo.
Corsi formativi e informazione Molti ozonoterapeuti hanno avvertito un senso di
crescente disagio per la mancanza di seri corsi formativi, di una adeguata
informazione e per uno stato di condizionamento in parte legato alla carenza
di una precisa legislazione ministeriale. L’aggravarsi di tali motivi ha
dato l’impulso a fondare la IMOS evitando qualsiasi interferenza commerciale
e consentendo una piena libertà di azione e di pensiero. Il 2°
corso di perfezionamento in ossigeno ozono terapia organizzato presso l’Università
di Siena (dal 15 Settembre al 1 Ottobre 2000) cerca di costituire un modello
didattico che, in poco più di 60 ore, fornisce al medico tutti gli
aspetti teorici e pratici per poter eseguire seriamente l’ozonoterapia.
Un altro corso, diretto dal Dr. F. Ceccherelli, viene tenuto all’AIRAS
di Padova e stiamo cercando di organizzarne altri due a Roma e a Bari.
Anche il libro sulla Ossigeno-Ozono terapia, pubblicato nel marzo 2000
dalla Casa editrice Ambrosiana (via Gargano 21, 20139 Milano), dovrebbe
facilitare la comprensione dei meccanismi di azione e le possibilità
terapeutiche ai molti medici che da anni giustamente lamentavano la mancanza
di un testo sufficientemente informativo sugli aspetti teorici e pratici.
(*) Ordinario di Fisiologia generale
Università degli Studi di Siena. Presidente IMOS - Italia
Primo Congresso IMOS – Italia
Organizzato da Università degli Studi di Siena
Argomenti del Congresso: Basi biologiche dell’ozonoterapia.
Velio Bocci
Il programma definitivo sarà consultabile sul sito Internet:
http//www.unisi.it/ricerca/ist/fisgen
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