Irccs Santa Lucia
Nuova tecnica di Risonanza magnetica
contro la sclerosi multipla
Tanto più è grave la forma di sclerosi
multipla che affligge il malato e tanto maggiore è il grado di distruzione
del tessuto cerebrale. E’ questa la conclusione di uno studio eseguito
da una équipe di ricercatori della Fondazione S. Lucia di Roma,
Istituto a carattere scientifico specializzato in riabilitazione neuromotoria.
Lo studio, coordinato dal dott. Alessandro Castriota Scanderberg, è
stato pubblicato a maggio sulla rivista scientifica statunitense American
Journal of Neuroradiology.
La ricerca prevede l’applicazione di una nuova tecnica di risonanza
magnetica, chiamata diffusione, capace di produrre immagini che documentano
i movimenti delle molecole d’acqua nelle strutture del cervello umano.
Con questa tecnica, ha spiegato il dott. Castriota Scanderberg, è
stato possibile dimostrare che pazienti affetti da gravi forme di sclerosi
multipla, malattia del sistema nervoso centrale altamente invalidante e
con elevati costi umani e sociali, hanno un più elevato grado di
distruzione del tessuto cerebrale.
I risultati di questa tecnica, che è stata utilizzata su 20
malati, se confermati su più estese statistiche, potrebbero assumere
rilevanza nell’orientare la scelta del trattamento terapeutico più
idoneo, sia farmacologico che riabilitativo. Inoltre i dati ottenuti con
questa ricerca applicata alla risonanza magnetica potrebbero essere utilizzati
nella valutazione dell’efficacia di nuovi farmaci. Negli ultimi anni, è
stato ricordato dai ricercatori della Fondazione Santa Lucia, sono stati
fatti notevoli progressi nella comprensione e nella cura della sclerosi
multipla. Un importante contributo al miglioramento della fase diagnostica
ed al chiarimento dei meccanismi del danno del sistema nervoso centrale
è offerto dalla risonanza magnetica. Lo studio è stato anche
positivamente commentato in un editoriale sull’American Journal of Neuroradiology
da uno degli esperti mondiali di risonanza magnetica del Massachusetts
General hospital di Boston, il prof. Michael Lev. |