Nel 2000 quasi 490 miliardi
per la Ricerca
345 miliardi agli IRCCS
Il Fondo per la ricerca, l'1% del Fondo sanitario
nazionale, ammonterà per il 2000 a 489,5 miliardi di lire, 40 in
più rispetto al '99.
Di questi, 345 miliardi finanzieranno la ricerca corrente degli IRCCS
(Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico).
Lo ha annunciato il ministro della Sanità, Umberto Veronesi,
che ha incontrato i presidenti, i commissari straordinari e i direttori
scientifici degli IRCCS.
“La riforma degli IRCCS - ribadisce Veronesi - è una delle priorità
che mi sono posto per rilanciarne il ruolo come cardine della ricerca biomedica,
una priorità assoluta per un Paese che vuole essere al passo con
l'Europa.”
Del Fondo per la ricerca, 26 miliardi di lire andranno
agli Istituto Zooprofilattici, 10 all'Ispesl e 12 all'Istituto Superiore
di Sanità.
Novanta miliardi verranno messi a disposizione della ricerca finalizzata
a obiettivi in campo biomedico e dei servizi sanitari, mentre l'Agenzia
per i servizi sanitari regionali usufruirà di un finanziamento di
5 miliardi.
''Un nuovo impulso alla ricerca italiana - commenta il ministro - che
mira a recuperare quelle intelligenze e quelle professionalita che, finora,
non hanno trovato nel nostro Paese un supporto alla propria attività''.
Fra gli impegni prioritari di Veronesi, la riorganizzazione
e il rilancio degli IRCCS. Il ministero si propone di concludere entro
giugno l'iter del disegno di legge per il riordino degli Istituti di ricerca
e cura, migliorato da correttivi ed emendamenti che attualizzano il testo
'fermo' da alcuni anni in Parlamento.
Secondo le intenzioni di Veronesi, gli IRCCS dovrebbero trasformarsi
in Istituti nazionali di ricerca biomedica, per sottolineare la peculiarità
dell'attività di ricerca e l'immediata applicazione dei risultati
scientifici ottenuti, trasformandoli in soluzioni terapeutiche per i pazienti.
Il ministro vorrebbe privilegiare la monotematicità per
elevarne il livello qualitativo.
Fra i 'punti di debolezza' dell'attuale rete degli IRCCS. che dovrebbero
essere superati con la nuova legge, la disomogeneità della branche
mediche, lo squilibrio territoriale a favore del Centro-nord e la scarsa
collaborazione con le università.
“Una mancanza di sinergia - sottolinea Veronesi - che potrebbe essere
risolta con l'attivazione in tempi brevi di un'Agenzia che raccordi il
lavoro del Cnr, degli Irccs e delle universita'''.
Fra i programmi del ministero, infine, il riordino delle procedure
legate al controllo e alla cura della riabilitazione.
(Red/Adnkronos Salute)
|