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POSSIBILE POTENZIARE
LA RICERCA SCIENTIFICA IN ITALIA
 

Risoluzione del 
Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha dato il ‘via libera’ alla Risoluzione che permette di triplicare, entro due anni, gli investimenti in ricerca scientifica in Italia.
Il provvedimento è stato approvato a larghissima maggioranza a Strasburgo con un ulteriore rafforzamento degli indirizzi pro-ricerca rispetto al testo varato nei giorni scorsi dalla Commissione Industria.
Swcondo l’emendamento presentato  dell’europarlamentare  Giuseppe Nisticò i Paesi dell’UE dovranno profondere uno sforzo maggiore e fissare come obiettivo che entro due anni investano almeno il 3% del Pil in ricerca scientifica.
Industrie grandi e piccole che investono in ricerca dovrebbero poi essere incentivate dai singoli Stati attraverso la defiscalizzazione degli oneri reinvestiti in R&S. (Ricerca e Sviluppo)
Con la Risoluzione europea, l’investimento del Pil nella ricerca scientifica dovrebbe aumentare in Italia di circa il 2% contro l’attuale quota che si attesta intorno all’1%.
Soddisfazione è stata espressa da Farmindustria che auspica per l’Italia un adeguamento alla normativa già adottata da altri Paesi, tra i quali la Spagna, che ha potenziato le possibilità di investimenti in ricerca e occupazione.
L’argomento è stato ripreso in occasione del Convegno annuale dell’EFPIA (la Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche) che si è svolto a Venezia il  21, 22 23 giugno. 



Ministero della Sanità 
e Federchimica

Collaborazione per la ricerca tra Ministero e Federchimica è stata auspicata del neoministro della Sanità, Umberto Veronesi,in occasione della sua partecipazione all’Assemblea di Federchimica che si è tenuta a Milano alla fine di maggio.
Il Ministro ha dichiarato la volontà di recuperare, soprattutto sul versante della ricerca, un rapporto migliore tra il mondo delle aziende e il ministero, rapporto entrato in crisi una decina di anni fa con le vicende di tangentopoli.
    "Abbiamo ancora un mondo intero da esplorare, - ha detto Veronesi agli industriali - da esplorare insieme, con le nostre conoscenze biologiche, chimiche e farmacologiche. una grande avventura ci aspetta".
Per questo Veronesi ha detto di vedere "con gioia e con favore questa collaborazione, che deve essere sempre più intensa e sempre più stretta. noi - ha aggiunto - vogliamo un' industria farmaceutica e chimica sempre più produttive e sempre più innovative".
Il ministro ha accolto "con piacere" la creazione di un 'centro europeo della ricerca' , e ha citato pubblicamente “persone come Diana Bracco (bBRACCO) e come Umberto Rosa(SNIA), che hanno dedicato moltissimo a questo settore di sviluppo, a questo connubio tra ricerca farmacologica e medicina e quindi sanità”. 
L’Agenzia ANSA riporta questa dichiarazione di Diana Bracco, presidente e amministratore delegato dell' omonima azienda farmaceutica, in risposta alle domande di un giornalista 
“Il ministro Veronesi  è l'emblema della ricerca e del ricercatore. Mi sembra naturale che citi le aziende farmaceutiche nell'ambito di un discorso sulla ricerca. 
Questo  non può non farci piacere, tenuto conto che l'Italia presenta, sia nel caso di aziende italiane, sia nel caso di laboratori italiani di aziende multinazionali, veri casi di eccellenza proprio nel campo della ricerca farmacologica”.

Sommario del n. 6/2000


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