All’ombra di INTERNET
di Mario Bernardini
La vita di ogni giorno è ‘condizionata’ da
un’ombra che ne controlla sempre più, e neanche troppo silenziosamente,
ritmi, abitudini, cultura, affetti, salute.
Internet, la grande rivoluzione tecnologica multimediale, sta invadendo,
oltre il mercato, anzi con il mercato, le case, gli uffici, i luoghi di
ritrovo e di svago, i centri culturali e di studio, in una parola l’ambiente
di vita e lavoro dell’uomo.
Un fenomeno che sarà, forse, socialmente utile, ma che, per
il comportamento individuale, evoca in chi scrive il ricordo del ‘padre
Banco’ di amletica memoria che, portandolo alla follia e all’autodistruzione,
ha permesso all’eroe scakespeariano di dire apertamente quanto pensava,
di denunciare vizi e difetti, di esaltare valori umani e fiducia nell’amicizia.
La follia, o l’essere additato come folle, permette a chi non lo è
(o presume di non esserlo) di ignorarne temperamento e comportamento, di
combatterne, spesso subdolamente, la apertamente dichiarata, ma irrisa
minaccia, provocandone, altrettanto spesso, una motivata reazione.
Quale comportamento assumere, dunque, nei confronti di Internet, per
sfruttarne gli stimoli, i pregi e i vantaggi, evitando di essere presi
dalla spirale dell’abitudine, della sottomissione del condizionamento?
Per le ‘nuove’ generazioni entrarvi subito in contatto, ancor prima
dell’età scolare, con i moderni giochi interattivi della prima infanzia,
ne consentirà sicuramente la rivalutazione e il ridimensionamento
a ‘mezzo’ messo a disposizione dell’intelligenza umana, a strumento utile
per ulteriori possibilità di comunicazione interpersonale
con economia di tempo e riservatezza di autonomia individuale. (Non è
il caso di addentrarsi in questa occasione su una valutazione dei vantaggi
o meno per la istintiva socializzazione della razza umana).
Per quelle ‘di passaggio’, oltre alle ovvie difficoltà di apprendimento
per l’uso di uno strumento del quale non è comune la conoscenza
delle sofisticate caratteristiche tecniche e delle potenzialità
operative, sarà necessario imparare ed abituarsi ad una utilizzazione
preceduta da una istintiva valutazione del vantaggio che ne può
derivare.
Un’istintiva valutazione ancor più necessaria in assenza di
quelle regole che, tradizionalmente, la società adotta per
mezzi e strumenti di largo e comune consumo a salvaguardia della stessa
collettività.
Ricordiamo, come esempio, la normativa per l’uso dell’automobile (il
codice della strada) , quella sull’informazione a mezzo stampa, radiofonica
e televisiva (leggi sulla stampa e sull’emittenza pubblica e privata),
quelle sui prodotti dell’ingegno (brevettabilità delle invenzioni),
sull’esercizio delle professioni (esami di Stato e Ordini), ecc.
Internet è entrato, prepotentemente, anche nel mondo della sanità.
Per chi sa ‘navigare’ si moltiplicano le occasioni e le possibilità
di utilizzo del nuovo strumento multimediale per esigenze di tipo sanitario.
Anche in questo caso però, non esistono regole.
Anzi, per definizione, internet non conosce regole.
La tutela della salute individuale e collettiva suggerisce già
alcune iniziative spontanee che, per i diversi aspetti dei settori collegati
alla salute, propongono il rispetto di basilari norme comportamentali per
quanto riguarda le biotecnologie, lo sviluppo della ricerca (clinica, farmaceutica,
tecnologica) e le sue applicazioni, la formazione e l’aggiornamento in
campo sanitario(non solo dei medici), l’uso di sistemi multimediali per
la diagnosi e cura delle malattie e per l’informazione scientifica dei
singoli interessati e della collettività.
Il più recente esempio del grande fermento che accompagna le
possibili applicazioni di Internet in campo sanitario è stato rappresentato
dallo spazio dedicatogli dalla Farmindustria in occasione dell’assemblea
pubblica dell’8 giugno a Roma e del Convegno EFPIA del 21 – 23 giugno a
Venezia.
Due occasioni in cui, giustamente, grande valore è stato attribuito
alla portata della Politica, della Scienza e della Ricerca per lo Sviluppo
economico e per l’Occupazione nel nostro Paese. L’apertura, ragionata,
alle nuove tecnologie e ad internet ne saranno componente non trascurabile.
Avendo personalmente indicato, in occasione di un Convegno
sulle biotecnologie, nella politica, nella legislazione, nell’economia
e nell’informazione i quattro presupposti indispensabili per lo sviluppo
della Ricerca nell’interesse dell’Uomo, non posso che condividere, per
quanto possa valere l’opinione di un singolo, tale impostazione.
Aggiungo, sempre in tema di sanità, due ulteriori considerazioni.
L’interesse economico non deve sostituire la più ampia definizione
di Economia.
Non si può, né si deve trascurare che la salute non può
essere considerata soltanto come obiettivo a dimostrazione di un raggiunto
benessere e vantaggio sociale, ma è bene individuale da difendere
e tutelare anche per le situazioni di scelta personale che esulano dai
parametri di un’organizzazione sanitaria politicamente garantita con modalità
predefinite dallo Stato. Ignorare quest’ultima considerazione servirebbe
soltanto a sostituire il superato concetto di ‘paternalismo medico” con
quello di ‘paternalismo sociale’. |