UN 2000 SENZA
MACCHIA?
da appunti del Prof. Mario Stirpe*
Il limite del trattamento fotocoagulativo
come praticato finora per l’AMD, degenerazione maculare retinica dell’anziano,
determinato dalla quasi costante insorgenza delle membrane neovascolari
nell’area oculare sottostante (subfoveale), ha fatto sperare negli anni
passati in terapie alternative chirurgiche. E’ in questo campo che ho avuto
la maggiore esperienza.
Deludente passato
Le procedure usate sono diverse: i risultati
sono stati complessivamente tanto deludenti quanto quelli ottenuti con
la fotocoagulazione fin qui comunemente usata.
Bisognerebbe oggi ragionevolmente concludere
che le procedure chirurgiche per la rimozione di tali membrane sottoretiniche
nell’AMD trovino una valida applicazione unicamente quando vi sia una effusione
ematica sottoretinica invasiva, cioè una trasudazione da questi
vasi sanguigni neoformati che travalichi la regione maculare.
Gli interventi di trasposizioni retiniche, lo
spostamento chirurgico della retina centrale in un punto lievemente inferiore
a quello maculare interessato dalla membrana invasiva, possono essere praticati
in casi molto selezionati: ed anche in questi casi i risultati sono molto
discutibili.
Promettente futuro
Di fronte al numero crescente di pazienti con
degenerazione maculare dell’anziano osservati in questi ultimi anni, ai
quali ben poco aiuto è stato possibile fino ad oggi portare le speranze
dell’oftalmologia sono rivolte verso la terapia fotodinamica che si basa
su un principio totalmente nuovo: la distruzione selettiva fotochimica
delle pareti del neovaso invasivo dopo iniezione in vena di una sostanza
(la verteporfina) la quale va a legarsi elettivamente alle pareti dei vasi
di nuova proliferazione.
Questa terapia, unita ad un’efficace campagna
informativa riguardante l’epidemiologia e la descrizione dei primi sintomi
della malattia, com’è quella in corso con l’impegno dichiarato della
Federazione Nazionale della Stampa italiana-FNSI, tramite l’Associazione
della Stampa Medica italiana-ASMI, si spera possa portare a risultati che
consentano quanto meno una piena autonomia dei pazienti colpiti da AMD.
*Presidente Fondazione “G.B.
Bietti”
per lo studio e la ricerca
in oftalmologia, Roma
(Fondazione G.B. Bietti per lo studio
e la ricerca in oftalmologia,
p.zza Sassari, 5 - 00100 Roma tel.: 064404459,
fax 064403800)
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