TRAPIANTI,
IN G.U. DECRETO ATTUATIVO
SU SI' O NO A DONAZIONE
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 aprile
il decreto 8 aprile 2000 del Ministro della sanità attuativo delle
disposizioni previste dalla legge sui trapianti in merito alla manifestazione
della volontà dei cittadini sulla donazione dei propri organi.
Secondo quanto stabilisce il provvedimento, entro 180 giorni dall'istituzione
dell'anagrafe informatizzata degli assistiti del Ssn, le Aziende sanitarie
locali dovranno inviare a tutti i cittadini, nell'ambito territoriale di
competenza, la richiesta di esprimersi sulla donazione dei propri organi
e tessuti dopo la morte, informandoli che una mancata risposta viene considerata
assenso alla donazione.
I sì o i no degli italiani dovranno essere inviati alle Asl
entro 90 giorni dalla data di notifica della richiesta di manifestare la
propria volontà.
In attesa dell'informatizzazione delle procedure di notifica, recita
il decreto, “il ministero della Sanità promuove l'acquisizione delle
dichiarazioni di volontà dei cittadini secondo modalità uniformi
in tutto il territorio nazionale”, predisponendo moduli ad hoc.
Punti di accettazione verranno dunque istituiti presso le Asl, gli
ospedali e gli ambulatori dei medici di famiglia.
I dati e le dichiarazioni di volontà raccolti attraverso i punti
di accettazione verranno trasmessi alle Asl di residenza dei pazienti e
confluiranno in un archivio nazionale predisposto dal Centro nazionale
trapianti.
Chi, dopo aver deciso, ha cambiato idea, deve attestare la nuova volontà
con una dichiarazione datata e sottoscritta. Eventuali “sì” al trapianto
degli organi perdono efficacia se i familiari, dopo la morte del soggetto,
sono in possesso di una sua dichiarazione autografa contraria al prelievo
degli organi.
I moduli per la scelta sulla donazione degli organi
saranno distribuiti con i certificati di votazione
per i referendum del 21 maggio
Roma, 19 aprile
Con i certificati elettorali per il referendum del 21 maggio, 50 milioni
di cittadini italiani riceveranno l'invito a dichiarare la propria volontà
a donare organi e tessuti dopo la morte. La scelta potrà essere
fatta grazie ad altrettanti moduli grandi come bancomat, che saranno consegnati
nelle case insieme ai certificati per i referendum.
Sulle “card” gli italiani potranno inserire il proprio nome e cognome,
la data di nascita, il codice fiscale (che non è comunque obbligatorio),
gli estremi di un documento e barrare la casella del sì o del no.
Con una firma e la data questo modulo è considerato valido ai
fini della dichiarazione di volontà.
“Con questa iniziativa—spiega il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore
del Centro nazionale trapianti- vogliamo dare la possibilità ai
cittadini maggiorenni di esprimere la propria volontà. Il sistema
scelto in questo caso non è il silenzio-assenso, ma il consenso
o dissenso esplicito. Il modulo va portato con sé ed è considerato
rispondente alla volontà del cittadino”.
Ma la “card” non rappresenta la sola possibilità.
Dal mese di luglio, inoltre, ogni cittadino potrà registrare
la propria volontà recandosi nelle Asl oppure comunicandola al proprio
medico di famiglia, che farà da tramite con la Asl. In questo caso
i suoi dati vengono inseriti in archivio presso il Centro nazionale per
i trapianti, collegato con i centri interregionali.
In caso di possibile donazione in una persona di cui sia accertata
la morte, i medici rianimatori verificheranno se il soggetto ha con sé
la dichiarazione o ha registrato la propria volontà nel registro
informatico.
Continua Nanni Costa: “Possono verificarsi -solo tre casi: una persona
ha espresso in vita la volontà di donare gli organi e in questo
caso i familiari non possono opporsi; il paziente ha detto no alla donazione
e in questo caso non avviene il prelievo; il paziente non si è espresso,
e in questo caso il prelievo è consentito se i familiari non si
oppongono. In ogni momento -sottolinea Nanni Costa- si può cambiare
idea, con una nuova dichiarazione”.
Chi non avrà ancora compiuto 18 anni alla consegna delle “card”,
potrà esprimere la propria volontà con una dichiarazione
autografa da portare con sé (che contenga tutti i dati presenti
sul modulo del ministero), o rivolgendosi alle Asl. Per i minori, invece,
saranno i genitori a decidere.
“E potranno farlo da luglio - precisa Nanni Costa - registrando la
propria volontà presso le Asl”.
Tra tre mesi sarà pronta la prima banca dati con i nomi dei
donatori che si saranno registrati presso Asl e medici di famiglia.
Per il sistema del silenzio-assenso e la notifica ufficiale della richiesta
di manifestare la propria volontà si dovrà aspettare la messa
a punto dell'elenco informatizzato degli assistiti del Servizio sanitario
nazionale, in grado di registrare l'avvenuta notifica. In questo caso le
Asl consegneranno a tutti i cittadini la richiesta, informandoli che la
mancata dichiarazione delle proprie volontà entro il termine stabilito
sarà considerata come un assenso alla donazione.
Intanto nei prossimi giorni, insieme alla “card” e al certificato elettorale,
arriveranno nelle case degli italiani anche le risposte ai più comuni
quesiti sulla donazione.
“E' importante - dice l'esperto - che tutti sappiano che l'espianto
viene eseguito solo dopo che sia stata accertata la morte cerebrale e che
la donazione è sempre gratuita e anonima”.
Le iniziative per informare gli italiani non finiscono qui.
In occasione della Giornata della donazione, in programma il 14 maggio,
le associazioni e il ministero della Sanità lanceranno una grande
campagna di comunicazione e nella settimana precedente materiale informativo
con messaggi semplici e chiari sarà diffuso in tutto il Paese.
Entro fine mese si selezionerà l'agenzia incaricata di portare
avanti una grande campagna nazionale di informazione che partirà
subito dopo. Nel frattempo si sta lavorando al sistema informativo integrato
e al progetto di un software europeo per la donazione degli organi, da
sviluppare sulla base di quello italiano.
(Adnkronos Salute)
DONAZIONI, +10% NEL '99
POSITIVO TREND 2000
Aumentano i donatori d'organo in Italia e i primi
dati del 2000 lasciano ben sperare. Nel ‘99 si è registrato un incremento
del 10%, con una media di 13,7 donatori per milione di abitanti e 2.428
interventi effettuati. Un trend che prosegue anche quest’anno, con 15,1
donatori per milione di italiani nei primi tre mesi.
“Una crescita ininterrotta -sottolinea Alessandro Nanni Costa, direttore
del Centro nazionale trapianti, presentando al ministero la 'fotografia'
della situazione trapianti in Italia- tanto che dal '92 i valori sono più
che raddoppiati, portando il nostro Paese a pieno titolo in Europa. E nel
2000 si è già registrato un aumento di trapianti nel Sud”.
Se Spagna, Austria e Belgio (con più di 20 donatori per milione
di abitanti), insieme al Portogallo, spostano in alto la media europea
(pari nel '99 a 16,5 donatori per milione di abitanti) Francia, Norvegia,
Svizzera e Danimarca superano di poco il nostro Paese, che si piazza comunque
davanti a Gran Bretagna, Germania, Svezia e Olanda.
“Per i 10.000 pazienti italiani in attesa di un organo però
-lamenta Nanni Costa- il numero di donatori è ancora insufficiente,
un fenomeno che si accentua man mano che si scende al Sud”.
Se nel Nord la media è superiore a quella europea, il centro
la sfiora appena mentre il Sud (con 5,5 donatori per milione di abitanti)
è “ancora decisamente lontano”.
Ai primi posti nel '99 la Provincia autonoma di Bolzano e la Toscana
(con 28,3 e 26,9 donatori per milione). Fanalino di coda Sicilia (2,7),
Campania (3,5), Calabria (4,8) e Lazio (6,1).
Nonostante le buone notizie, il divario tra domanda e offerta di organi
in Italia è ancora notevole.
Senza il trapianto, sottolineano dal ministero, la metà dei
pazienti in attesa di fegato (600-700 persone) o di cuore (300) muore entro
sei mesi.
“Nel '99 si è riusciti a trapiantare solo il 15% dei pazienti
in attesa di rene (8.000) -dice l'esperto- meno drammatica la situazione
per il fegato, il cuore e i polmoni”.
Un altro dato allarmante è costituito dal divario tra organi
prelevati e quelli utilizzati, che si registra soprattutto nel meridione.
“Sono ancora pochi, qui, anche i centri trapianto. Occorre aumentare l'efficienza
del sistema, promuovere la donazione ed evitare che gli organi restino
inutilizzati”. Nel 2000 qualcosa si è mosso, tanto che sette regioni
nei primi tre mesi superano i 20 donatori per milione. Fra le prime della
classe sono arrivati anche Piemonte, Val D'Aosta, Friuli Venezia Giulia
e Liguria.
Ora si punta ad incrementare le attività dei centri. ''Sono
in dirittura d'arrivo -conclude Nanni Costa- anche le borse fissate per
30 coordinatori dei prelievi, che andranno in Spagna per due mesi e frequenteranno
dei corsi di formazione 'ad hoc'''.
(Adnkronos Salute)
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