EMERGENZA SANGUE
In Gazzetta Ufficiale
Autosufficienza; razionalizzazione del modello organizzativo;
sicurezza trasfusionale; sviluppo scientifico e tecnologico; qualità,
efficienza ed economicità di gestione delle strutture trasfusionali;
politica sociale in campo trasfusionale; autosufficienza europea ed iniziative
per la cooperazione internazionale. Sono questi i 7 obiettivi del Secondo
Piano Nazionale Sangue e Plasma (1999-2001) pubblicato in Gazzetta Ufficiale
il 28 marzo scorso. Elaborato sulle indicazioni dell’Unione Europea, il
Piano riconosce “nell'autosufficienza di sangue, emocomponenti ed emoderivati
un interesse di carattere nazionale non frazionabile”. In particolare,
nel decreto approvato l'1 marzo scorso, si ribadisce l'importanza della
“donazione volontaria periodica e non remunerata” che deve essere sempre
sostenuta e tutelata in modo da garantire in ogni momento il fabbisogno
nazionale. Oltre all'incremento della produzione di emocomponenti il Secondo
Piano Nazionale punta sullo sviluppo di politiche di buon uso di sangue
che vanno dal corretto impiego del sangue raccolto, alla diffusione di
programmi attuativi di terapie alternative, al flusso di scambio d’informazioni
a livello aziendale, regionale e provinciale, al coordinamento organizzativo
a livello regionale e interregionale ai fini della compensazione tra regioni
del nord, in cui le donazioni sono in lieve esubero, e quelle del centro-sud,
deficitarie.
L’allarme della SIMTI Soltanto una percentuale stimata tra il 20% e il
30% dei sistemi sanitari è in grado di soddisfare il bisogno di
sangue da parte dei pazienti. L’allarme è stato lanciato dalla Società
Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia (Simti) in occasione
della Giornata Mondiale della Sanità il 7 aprile scorso. “La sicurezza
del sangue inizia da me. Sangue donato, vite salvateӏ il messaggio
che la Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con
la Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa ha
voluto proporre all'attenzione dei governi e dei cittadini in tutti i Paesi
del mondo. Ogni anno, ricorda la SIMTI, oltre 100 milioni di unità
di sangue sono offerte nel mondo da donatori in buona salute, ma questa
quantità è largamente al di sotto delle necessità
reali. In Italia, nel 1997, l’indice di donazioni per 1.000 abitanti è
stato di 33,87 con 1.913.299 unità omologhe donate (ognuna pari
a 450 ml) per 56 milioni di abitanti. La stima dell’Organizzazione Mondiale
della Sanità prevede un rapporto corretto di 4 donazioni ogni 100
abitanti per essere in grado di coprire il fabbisogno di sangue di una
regione o di un Paese industrializzato.
E’ emergenza
E anche in Lombardia, Regione che tradizionalmente
ha un alto numero di donatori, negli ultimi anni si è registrato
un incremento del fabbisogno di sangue. La raccolta e la distribuzione
di sangue in Lombardia – segnala l’AVIS regionale – da un livello di autosufficienza
“acquisita”, si sta lentamente avviando ad una situazione di “insufficienza”
regionale. I fabbisogni di sangue sono mediamente aumentati – precisa l’Avis
Lombardia – ed i donatori parzialmente diminuiti, pur registrando un lieve
incremento del numero delle donazioni. Questo aumento delle donazioni (0,3%)
– spiega l’Avis Lombardia - a fronte di un calo dei donatori (-2,3%),
“non assicura certo l’autosufficienza ed è comunque pericoloso perché
proveniente da una base solidaristica non solida: pochi donatori che danno
molto sangue”.
Siglato un accordo
Intanto, il 19 aprile scorso, è stata siglata,
a Roma, una convenzione tra l'Avis Nazionale e il ministero della Difesa
per la promozione delle donazioni di sangue in ambito militare, con l'obiettivo
di raggiungere l'autosufficienza di sangue ed emoderivati nel nostro paese.
“I quantitativi di sangue raccolto non sono sufficienti a soddisfare le
richieste che ogni anno aumentano del 4.6% in relazione all'incremento
dell'età media, allo sviluppo della chirurgia dei trapianti e ai
nuovi programmi di terapia oncologica –ha precisato Pasquale Colamartino,
presidente di Avis Nazionale -e nel nostro Paese le richieste sono in continuo
aumento. La collaborazione con le forze militari è un’occasione
per incrementare il numero di donatori, che negli ultimi due anni è
diminuito del 2%, e programmare una serie di attività congiunte
per diffondere la cultura della donazione soprattutto tra i giovani”.
Petizione API per legge su indennizzi L' Api (Associazione Politrasfusi Italiani) ha promosso una petizione da mandare ai due rami del Parlamento per chiedere la modifica delle leggi sull' indennizzo dei danni alla salute provocati dalle trasfusioni di sangue infetto. “Chiediamo modifiche - afferma il presidente dell' Api, Angelo Magrini - dei punti più critici delle norme: la riapertura dei termini per presentare le domande, l'aumento dell' indennizzo, l' aumento dell' assegno una tantum, l' esenzione delle spese per gli eventuali ricorsi, un congruo risarcimento per il danno morale, fisico, psicologico, nonché per il mancato guadagno subito direttamente dai familiari delle persone danneggiate”. Dal '92 a oggi, l'Api ha assistito oltre 10 mila persone che hanno contratto malattie a causa di trasfusioni con sangue, emoderivati o vaccini infetti. |
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