Convegno organizzato da Farmindustria
Sanità tra scelta e razionamento
Razionalizzare le risorse sanitarie non significa
razionarle.
E’ il punto ribadito oggi da Farmindustria nel corso del convegno organizzato
a Roma per discutere di “sanità fra scelta e razionamento”.
“Il razionamento della sanità - ha detto Ivan Cavicchi, direttore
generale di Farmindustria - si realizza anche operando troppe distinzioni
fra ciò che è necessario e ciò che è essenziale.
Ogni malato è un caso a sé e solo il medico può stabilire
di cosa ha effettivamente bisogno.Importante, dunque, sarebbe formare subito
una nuova classe medica, capace di coniugare scienza e coscienza”
Contrario al razionamento delle cure sanitarie anche il Presidente
del Comitato Nazionale per la Bioetica, Giovanni Berlinguer, il quale ha
sottolineato come esso “possa, attraverso l'esclusione di trattamenti o
di individui, consolidare ed aumentare le ineguaglianze”.
“Il razionamento - ha spiegato - si usava in guerra ed era volto ad
un’equa distribuzione delle poche merci e del cibo in modo che tutti potessero
accedere alle risorse disponibili. Il razionamento delle cure sanitarie
è esattamente l’opposto. Si può fare di più spendendo
bene le risorse che esistono e soprattutto distribuendole equamente”.
No al razionamento, dunque, e no all’istituzionalizzazione delle esclusioni:
“Oggi - ha precisato berlinguer - si cerca di stabilire chi escludere dalle
cure, lasciando però aperta la possibilità, per chi può
spendere, di rivolgersi alla sanità privata. Non può essere
il Governo a dare indicazioni di questo genere".
“Eppure, come ha sottolineato il sottosegretario al tesoro, Giorgio
Macciotta, la spesa sanitaria italiana non è superiore a quella
degli altri paesi europei. Negli ultimi vent’anni si è attestata
sul 5-6% del Pil, anche se persistono differenze tra Regioni. La chiave,
dunque, è quella del controllo: bisogna utilizzare al meglio le
risorse individuando i settori di spreco”.
Farmindustria
ripropone lotto per malattie orfane
Destinare una quota delle vincite al lotto per finanziare
un fondo mirato alla ricerca scientifica contro le cosiddette malattie
orfane. La proposta è stata rilanciata dal direttore generale della
Farmindustria Ivan Cavicchi, il quale ha sottolineato come l’idea fosse
stata già sottoposta al ministro Bindi, ma non sono pervenute risposte
in merito.
Le malattie orfane, ha ricordato Cavicchi, "non hanno una terapia e
riguardano un numero percentuale ridottissimo di persone. Su tali patologie,
dunque, nessuno investe in ricerca, poichè non esiste un grande
mercato. ma anche quelle poche centinaia di malati “orfani” - ha affermato
Cavicchi - hanno comunque diritto a cure” |