DOVE VA LA BIOETICA
C’erano una volta il “paternalismo” e il “segreto
professionale”.
Il malato, garantito dal “Giuramento di Ippocrate”, si affidava
ad un medico in cui aveva fiducia di capacità professionale e riservatezza,
convinto che avrebbe fatto quanto poteva per il recupero della salute e
che non avrebbe mai rivelato natura, cause e conseguenze della sua malattia.
Oggi, il malato, vuole esattamente lo stesso trattamento.
Dai tempi di Ippocrate all’anno del DNA la medicina ha compiuto
passi da gigante ed il medico è nella possibilità di meglio
assistere il malato in caso di malattia, ma anche di provvedere alla cura
della persona al fine di proteggere e assicurare il benessere
psicofisico, e prevenire, per quanto è possibile, la malattia e
le sue conseguenze.
La persona, giustamente, ha avuto il riconoscimento di un ruolo
diverso nel rapporto con il suo medico, e, come membro della società,
ha diritto di partecipare alle scelte da fare in campo sanitario.
Anche quelle che riguardano il progresso tecnico scientifico in sanità
e sulle quali deve essere consultato secondo quanto previsto dalle norme
a tutela dei diritti dell’uomo.
La Bioetica è la nuova scienza multidisciplinare chiamata a
pronunciarsi sulle possibilità del progresso scientifico a tutela
della vita indicando quali possono essere le conseguenze delle nuove
conquiste in un rapporto compatibile con un comportamento umano
eticamente riconosciuto valido.
Il bioeticamente riconosciuto valido comporta necessariamente il riconoscimento
decisionale di una maggioranza, nella quale ognuno può esprimersi
attraverso democratiche forme di rappresentatività,
non potendosi ipotizzare una unanimità di consensi per scelte
troppo spesso condizionabili dalle più svariate valutazioni individuali
Per le scelte in campo sanitario, come per quelle di altri settori
della vita collettiva, diventa così inevitabile il ricorso a norme
legislative che tutti sono tenuti a conoscere e rispettare.
Nel rapporto medico paziente la collettività ha introdotto importanti
e necessarie modifiche per la salvaguardia e la tutela della dignità
della persona con esplicite disposizioni che garantiscono la “Privacy”
e precise procedure per assicurare l’informazione sullo stato di salute
e l’acquisizione del “consenso” a eseguire i connessi
atti medici necessari.
Il medico, che non può non essere debitamente aggiornato
su ogni progresso in campo medico scientifico, ha il dovere di “far
capire” al proprio assistito come, quanto e perché sono necessarie
per la sua salute le prestazioni che, in scienza r coscienza , può
essere in grado di erogare con adeguata preparazione.
Al “giuramento di Ippocrate” che, con l’evoluzione nel “codice di deontologia
Medica”, resta momento certo di riferimento per il comportamento professionale
di ogni medico, la collettività sociale associa (non contrappone)
la “Bioetica” e le connesse e conseguenti norme varate dai riconosciuti
Organi decisionali che rappresentano la collettività nazionale.
Oggi risono la “Bioetica” e la “legislazione sanitaria”.
Le “scelte sociali” in sanità ricordano tanto il “paternalismo
medico” di un tempo.
Il risultato sembra collettivamente e mediamente valido se si considerano
l’allungamento della vita, il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie,
l’aumentata disponibilità di sussidi diagnostico terapeutici e la
riduzione fino alla scomparsa di passate e temute patologie.
E’ auspicabile che ognuno possa usufruire di questi vantaggi godendo
di una vita lunga e sana.
In caso di malattia è prudente la disponibilità di un
“medico di fiducia” che conosca il “giuramento di Ippocrate” e sappia osservare
il “segreto professionale”
Mario Bernardini
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