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METTIAMO A FUOCO

di Carlo Vetere

E' POSSIBILE PROMUOVERE l'ATTIVITA' FISICA 
A TUTTE LE ETA'?


 

Il Piano Sanitario Nazionale 1998-2.000 sottolineando i vantaggi dell'esercizio fisico regolare per la prevenzione delle patologie cardio e cerebrovascolari,osteoarticolari e metaboliche parte da dati ISTAT 1995 che dimostrano  una frequenza
almeno una volta alla settimana di attività fisico-sportiva del 23,2% della popolazione maschile e nel 13,3% di quella femminile con punte che nel gruppo di età 15-19 giungono per i ragazzi al 46,3% e per le ragazze al 26%.
Ma dopo i 65 anni solo il 4,2 degli anziani e l'1,1 delle donne "mature" possono considerarsi fisicamente attivi.
Il Piano punta ad un aumento di almeno il 10% sopratutto fra gli anziani.
Per giungere a questo obiettivo si prevedono:
- iniziative volte a promuovere l'attività fisica nella popolazione generale
- campagne mirate specificamente alla promozione fra gli anziani
- coordinamento e sviluppo di iniziative da attivare con il coinvolgimento delle organizzazioni del settore per la promozione dell'attività fisica tra i giovani.
Non viene citata dal PSN la possibilità di un coinvolgimento dei medici di medicina generale che in fondo sono i professionisti.
Eppure in una ricerca condotta dalla John Hopkins University fra 2500 ultrasessantacinquenni si è dimostrata la maggiore disponibilità a passare da abitudini di vita sedentarie da parte di quelli che avevano ricevuto consigli specifici da parte del loro medico di base (Burton).Chiaramente per gli anziani l'ostacolo maggiore non è tanto costituito dalla "fragilità" e dall'ipotonia muscolare quanto da un atteggiamento pessimistico nei confronti delle possibilità di migliorare la propria salute.Atteggiamento che viene anche promosso dal cosidetto ageismo cioè dall'accentuazione della descrizione del declino fisiologico e dall'accettazione di interventi passivi sopratutto farmacologici.
Negli Stati Uniti da tempo ci si muove sul piano della sperimentazione di un vero e proprio reclutamento di adulti-anziani utenti di servizi sanitari primari (cioè di base);laddove i medici di base lavorano in gruppo sono state effettuate visite routinarie di medicina preventiva nel corso delle quali sanitari esperti in medicina dello sport hanno collaborato sia all'inquadramento bio-psico-fisico degli utenti sia sopratutto all'illustrazione del tipo di attività fisica regolare.In una ricerca randomizzata (Margitic) si è visto che il sistema più economico per accertare l'effetto di queste iniziative è la compilazione di questionari iniziali ed a distanza di un anno da parte dei pazienti.Gli americani sono fanatici delle sigle e l'iniziativa ha l'acronimo di ACT (Activity Counselling Trial) mentre gli olandesi che non sono da meno lavorano con intensità in aree geografiche di medie dimensioni nelle quali tutta la popolazione è coinvolta:GALM significa Gottingen Groningen Active Living Model
Fra gli abitanti delle due cittadine si distribuiscono questionari tendenti ad evidenziare la "disponibilità" a prendere parte ad attività fisiche programmate ad essere cioè in una fase che i sociologi chiamano di "pre-contemplazione".
Quelli che aderiscono vengono avvicinati da un esperto in un colloquio faccia a faccia (Stevens) e poi in una piccola riunione con familiari e vicini in quanto si punta sull'effetto di "piccolo gruppo".Chi accetta viene sottoposto alla presenza del proprio medico di famiglia  ad un test di fitness che si basa sulla misura della flessibilità,della resistenza aerobica,della forza,del coordinamento motorio senza trascurare la misurazione del grado di percezione della propria fitness.
Il programma introduttivo si sviluppa in 12 settimane presso palestre e centri sportivi e le spese sono coperte solo per un terzo dagli Enti Locali (ma non mancano incentivazioni da parte delle assicurazioni private).Si punta più che sull'esaltazione dei vantaggi per la salute sulla dimostrazione del piacere che si prova a verificare l'aumento della propria fitness
Quindi nessuna ossessione aerobica ma serena partecipazione a gare di nuoto e di ginnastica.
I primi risultati su 4.000 adulti anziani sono positivi sopratutto per quanto riguarda gli indici di soddisfazione.
Torniamo in Europa e precisamente nella città olandese di Utphen famosa per gli studi longitudinali sulla salute degli anziani,un vero laboratorio umano anche per la verifica degli effetti delle modifiche degli stili di vita.
In una indagine retrospettiva si è partiti dal risultato di questionari sulla frequenza e tipologia dell'attività fisica di 5 anni prima per valutare attraverso visite mediche le modifiche di morbosità e disabilità (oltre che i dati di mortalità).Si è potuto confermare il valore protettivo nei confronti della mortalità del tempo trascorso in attività fisica programmata,ed all'inverso l'aumento di mortalità e disabilità fra coloro che sono passati da una vita attiva alle pantofole della sedentarietà,riuscendo anche ad eliminare il fattore "insorgenza di malattie disabilitanti" che potrebbe spiegare questo passaggio. (Bijnen).
Del resto fra le 60.000 e passa infermiere americane arruolate nel 1986 in età 40-65 anni ed apparentemente sane nessuna presentava calcolosi biliare:a distanza di 10 anni fra i 3257 casi di ablazione chirurgica della cistifellea si è visto che prevalevano nettamente le infermiere "sedentarie" sia per posizione seduta durante i turni (ah il computer!) sia per lunghe percorrenze sull'auto sia sopratutto per mancanza di iniziative di attivazione fisico-sportiva. (Letizmann)
Purtroppo il PSN non prevede finanziamenti ad hoc e nemmeno il coinvolgimento dei Sindacati che in altri Paesi inseriscono nelle clausole contrattuali anche benefits per i lavoratori che frequentano palestre/piscine!

RIFERIMENTI:
Margitic S.:Preventive Medicine 29:277-286 1999  -  Burton LC: Preventive Medicine 29:422-432,1999  -  Stevens M.: Preventive Medicine 29:267-276 1999  -  Bijnen FC: Am J Epidemiol.150:1289-96,1999   -  Leitzmann M. New Engl J Med 341:777-785 1999.

Sommario del n. 2/2000


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