ITALIA SENZA POLIO
Atteso per il 2000, il riconoscimento
dell'Italia come paese libero dalla poliomielite non potrà arrivare
prima del 2003-2004.
Lo ha detto l'infettivologo Salvatore Catania, dell'Università
di Roma La Sapienza, nel corso del convegno organizzato dall'università
Cattolica di Roma.
Il riconoscimento dovrà slittare poichè l'Italia appartiene
alla grande area europea della quale fanno parte anche Paesi in cui la
lotta contro la poliomielite è tutt'altro che finita, come gli Stati
dell'Est e l'Olanda, dove l'ultima epidemia risale al 1992.
Ben diversa la situazione dell'Italia, dove gli ultimi 2 casi
segnalati da virus indigeno risalgono al 1982, a
Napoli, e 3 sono stati importati dal 1982 al 1984.
Un ulteriore passo in avanti è stato compiuto, secondo
Catania, con il calendario delle vaccinazioni entrato in vigore quest'anno.
Questo prevede di sostituire le prime due somministrazioni del
vaccino antipolio con il Salk, basato sul virus ucciso, invece
di utilizzare il Sabin, (il vecchio zuccherino), basato sul virus
vivo.
''In questo modo - ha rilevato – il rischio di poliomielite provocata
dal vaccino (13 casi in Italia dal 1981 al 1999) si e' ulteriormente ridotto
di circa il 70%. Con il nuovo calendario si e' quindi fatto un passo in
avanti''.
Secondo Catania l'Italia si pone cosi sulla scia degli Stati Uniti,
che dal prossimo anno si preparano a sostituire tutte e quattro le dosi
del vaccino antipolio con il Salk.
Un altro punto a favore del nuovo calendario delle vaccinazioni
è stata la raccomandazione del vaccino contro l'Heamophilus influenzae,
responsabile della meningite nei bambini al di sotto dei cinque anni. |