Testata
 
 

ANNO SANITARIO 2000




Erano tutti presenti i Presidenti degli Ordini e Collegi professionali alla Cerimonia “Anno Sanitario 2000”, organizzata dalla FNOMCeO per inaugurare, con l’inizio del nuovo millennio, una tradizione di confronto aperto e continuo dei “tecnici” con la Società, il parlamento, il Governo e gli Organi di informazione sui temi della salute e della malattia e sulla organizzazione sanitaria del nostro Paese.
Pagni (Medici-chirurghi e Odontoiatri), Leopardi (Farmacisti),D’Addario (Medici Veterinari), Berta Comitini (Ostetriche),Giordano (Tecnici Sanitari di Radiologia Medica), Carli (Collegi IPASVI) hanno successivamente esposto il punto di vista delle rispettive categorie evidenziando le difficoltà che si incontrano a conciliare specifiche tradizioni professionali in un contesto di progresso tecnologico e sociale che deve fare i conti, e non solo metaforicamente, con nuove situazioni di richiesta di intervento tutelando principi basilari di solidarietà ed equità.
Il Ministro della Sanità, Rosy Bindi, pur trattando argomenti di specifico e contingente interesse sanitario di prevalente competenza medica, non ha esitato a dare una risposta collettiva quando ha affermato che auspica “una riforma delle professioni nel nostro Paese, e, in particolare delle professioni sanitarie per una integrazione tra le varie discipline.” 
Ricordando che sulla riforma degli Ordini e delle professioni la parola spetta al Governo il Ministro Bindi ha affermato : “Il mio passo l’ho fatto presentando un disegno di legge specifico, fermo, in attesa di decisioni collegiali, in consiglio dei ministri. Questo Governo non potrà permettersi di concludere il suo percorso senza dare una risposta ad un settore fondamentale della nostra vita sociale.”
Anche sulla formazione il Ministro prevede una specifica Commissione composta di esperti dell’Università, delle Regioni, dell’Ordine dei Medici, del Ministero della Sanità  e delle Pari Opportunità.

Per la professione medica è stato il Presidente della FNOMCeO, Aldo Pagni, a tracciare un quadro complessivo dell’attuale situazione, evidenziando,tra gli altri, alcuni aspetti di maggiore importanza ed attualità.

Qualità della vita

E’ una realtà piena di contraddizioni quella della sanità italiana del 2000, ma soprattutto quella degli italiani nei confronti della propria salute.
Soltanto il 37,3% dei cittadini dichiara di prestare molta o abbastanza attenzione alla questione ambientale e la preoccupazione per l’ambiente è al 7° posto nella graduatoria dei principali problemi avvertiti dai cittadini. L’effetto serra, il buco dell’ozono e l’inquinamento atmosferico preoccupano più dell’inquinamento delle acque, ma ancora meno preoccupati si mostrano i nostri connazionali per l’esaurimento delle risorse naturali del mondo, per il rumore e per l’inquinamento elettromagnetico.

Autonomia e responsabilità

L’Ordine dei Medici è preoccupato per il comportamento della magistratura nei confronti della categoria: “troppo incline a rinviare i medici a giudizio e al dibattimento.” Si registra un’inversione di tendenza rispetto agli anni ‘80.
“Non vogliamo assumere atteggiamenti vittimistici, ha detto Pagni, ma mentre pria la magistratura era benevola e indulgente nei confronti delle nostre imperizie, imprudenze e negligenze che non fossero eclatanti e indifendibili, oggi è invece incline a rinviare i medici a giudizio  nella convinzione, più che nel dubbio, che il danno provocato al paziente non possa che ascriversi a colpa o dolo del professionista.” Il mutato atteggiamento trova forse fondamento “nella convinzione diffusa e purtroppo errata, che la medicina abbia fatto tali progressi da non giustificare errori”.

Universalismo ed equità

E’ da condividere la scelta politica ispiratrice della legge di riforma-ter che si propone di garantire a tutti i cittadini livelli essenziali e uniformi di assistenza sanitaria, sulla base di principi di solidarietà e di equità, a spese della tassazione generale.
Tuttavia non ignoriamo le sue difficoltà attuative che richiedono una rivoluzione dei paradigmi culturali dominanti nella società odierna ad ogni livello.
Non è vero che “pubblico” sia sempre bello perché anche il “privato” ha un ruolo importante, se accreditato, controllato e di qualità.
Una medicina lasciata al mercato è succube del profitto, non può essere equa e altera i valori filantropici e altruistici tradizionali della nostra professione.
L’aumento delle persone anziane, i costi crescenti dei servizi e delle prestazioni sanitarie, e la scarsità delle risorse pubbliche destinate alla sanità, richiedono un aumento della qualità e della efficacia delle prestazioni sanitarie, ma anche la previsione di un coinvolgimento inevitabile delle forme integrative, non sostitutive, della spesa privata rappresentata dalle casse aziendali, dai fondi di categoria, dalle società di mutuo soccorso e dalle assicurazioni private, che peraltro, finora, non hanno mai proposto di assicurare l’assistenza totale dei cittadini.
Ma il passaggio dalla cultura della cura delle malattie a quella della salute e del prendersi cura delle persone, da quella di un medico decisore autonomo, indipendente, e unico, a beneficio del paziente, ad una situazione di partnership con altri professionisti, e vincolata alle regole della razionalizzazione della spesa, non può essere indolore per una professione formata sulla base di valori autoreferenziali, tradizionali.

Sommario del n. 2/2000


Archivio 2000
Archivio
2000
Archivio 1999
Archivio
1999
Archivio 1998
Archivio
1998
Torna alla Home Page
 


 
logo del Nuovo Medico d'Italia
Il Nuovo
Medico d'Italia
Direzione - Redazione - Amministrazione
Via Monte Oliveto, 2 - 00141 Roma
Tel e fax 06/87185017
e-mail


Webmaster: B. J.