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Consiglio dei ministri del 18 febbraio 

Arrivano i “fondi doc” del Ssn




Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo sul trattamento fiscale dei contributi di assistenza sanitaria. In base al provvedimento i contributi versati ai fondi sanitari integrativi di nuova istituzione previsti dalla riforma ter del Ssn (ormai noti come fondi doc), o versati ai fondi esistenti che si adegueranno alle nuove regole, saranno deducibili dalle tasse per un importo massimo di 2 milioni di lire negli anni 2001 e 2002. La deducibilità fiscale aumenterà gradualmente negli anni successivi fino ad arrivare a 4 milioni a decorrere dal  2007. Contemporaneamente, le attuali agevolazioni fiscali (fino a un massimo di 7 milioni) dei fondi esistenti saranno possibili solo fino al 2002. Dal 2003 i il tetto massimo scenderà a 6 milioni e negli anni successivi calerà ancora di mezzo milione all’anno fino ad arrivare a 3 milioni e mezzo nel 2008. In base al decreto legislativo è comunque possibile il cumulo dei contributi versati ai fondi doc e non doc entro un massimo di 6 milioni e mezzo. 
I fondi integrativi del Ssn informa una nota ministeriale ridurranno i costi sostenuti dai cittadini per le prestazioni che non sono totalmente a carico del sistema sanitario come i servizi resi dai medici del Ssn in libera professione, le cure termali, le cure odontoiatriche e le medicine non convenzionali; servizi solo in parte coperti dai fondi già esistenti e che comunque in molti casi gravano direttamente sulle tasche dei cittadini.
Intanto però, come era accaduto prima del varo definitivo del dlgs si sono riaccesi i malumori dei fondi esistenti, prima fra tutte la Casagit (Cassa autonoma di assistenza sanitaria dei giornalisti) che ha espresso profonda delusione e vivo disappunto. “Non solo sono state disattese le legittime aspettative dei rappresentanti Casagit - spiega una nota - che avevano avuto assicurazioni  da parte del ministro Bindi, nel corso di un recente incontro, che sarebbero state ricercate tutte le forme di collaborazione e di monitoraggio in fase di preparazione del decreto ma addirittura non si è tenuto conto delle osservazioni della Commissione Finanze della Camera e del Senato che avevano proposto una fase transitoria più lunga e comunque di non penalizzare duramente i fondi integrativi già esistenti”.

Sommario del n. 2/2000


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