La sanità nella “Finanziaria2000”


Un Fondo sanitario nazionale di oltre 117 mila miliardi, ripiani per 13 mila miliardi in tre anni per i debiti pregressi delle regioni, fondi per finanziare l'esclusiva dei medici dipendenti. E poi ancora: tetto per la farmaceutica a 12.650 miliardi con la possibilità di un incremento fino al 14% (per un totale di 14.421 miliardi), Iva sugli omeopatici che passa dal 20% al 10% (come per i farmaci tradizionali), lo scorporo dai ripiani dello sfondamento del tetto della spesa farmaceutica per gli anni 1998 e 1999 (per il 60% a carico di industriali, grossisti e farmacisti) del passaggio dell'Iva, nel 1997, dal 4 al 10% non rifinanziata. Insomma la Finanziaria del 2000 sembra essere stata particolarmente attenta alla Sanità. Un'attenzione che, questa volta, sembra aver lasciato gli operatori del settore abbastanza soddisfatti. 
Anche la versione ridotta rispetto alla prima stesura dell'istituzione di una centrale unica di acquisto per i beni e servizi sanitari, reintrodotta dalla Camera dopo essere stata stralciata in prima lettura dal Senato, sembra essere stata "digerita" meglio dalle regioni che in un primo momento l'avevano aspramente criticata. Sempre per le Regioni, la Finanziaria prevede, poi il rafforzamento del patto di stabilità interno: le amministrazioni locali dovranno ridurre i disavanzi di un ulteriore 0,1% del Pil, importo che resterà costante nei tre anni successivi. Gli enti che non hanno raggiunto l'obiettivo fissato per il '99 dovranno inoltre recuperare il differenziale nel 2000. 
Tra Iva ridotta al 10% per le prestazioni di assistenza domiciliare, dieci miliardi l'anno per potenziare i servizi di radioterapia e più di 5 mila per gli investimenti di edilizia sanitaria, due articoli della Finanziaria affrontano in particolare l'attività libero professionale intramuraria (art.28) e il contenimento e la razionalizzazione della spesa farmaceutica (art.29). Per quanto riguarda l'attività libero professionale intramuraria, si prevede da parte della regione un contributo alla spesa del cittadino variabile a seconda che la prestazione sia svolta all'interno delle strutture dell'azienda da cui dipende il sanitario (contributo regionale variabile tra il 50 e il 70%) o in altre strutture del Ssn (25%). Uuna norma di carattere fiscale permette, poi al medico, in caso di attività svolta presso il proprio studio privato, previa autorizzazione del direttore generale della Asl, di denunciare i redditi conseguenti a tale attività nella misura del 90%.
Molte le novità anche sul fronte dei farmaci. Tra queste, la riduzione del 5% del prezzo dei prodotti a base di principi attivi  fuori brevetto (con alcune eccezioni)  e la sospensione dell'autorizzazione all'immissione in commercio per i prodotti non immessi sul mercato entro 12 mesi.

Sommario n.1/2000


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